La paventata chiusura del punto nascita nel Salento preoccupa i cittadini di Copertino. “In questi giorni – ha spiegato il consigliere regionale, Antonio Maniglio – è ritornata sulla stampa la notizia di una possibile chiusura del reparto di ostetricia e ginecologia di Copertino. Mi pare una bufala! Ma se c’è qualcuno che davvero ci sta pensando ti invito a fermarlo subito. I dati dell’assessorato regionale, utilizzati per riordinare la rete dei punti nascita, attestano che il reparto di Copertino ha un’attività ai massimi livelli, sia per quantità di parti che per qualità degli stessi. I numeri comunicati all’epoca della regione dicono che a Copertino ci sono 986 parti l’anno e che solo il 40% di questi avviene con il taglio cesareo. E proprio grazie a quest’ultimo dato il reparto si collocava al 9° posto tra i 43 punti nascita pugliesi esistenti prima del riordino. Bisogna aggiungere, inoltre, che a Copertino è attivo il servizio di ginecologia che si traduce in circa 500 interventi e controlli aggiuntivi al numero dei parti”. Prima di proseguire: “Mi pare chiaro che non c’è alcun elemento, né di carattere clinico né di ordine territoriale, che possa consentire a qualcuno di fantasticare su improponibili e impossibili chiusure. Altra cosa è cercare di dare una risposta alla chiusura in contemporanea di Casarano e Gallipoli. Stiamo parlando di un’area che interessa quasi 200 mila abitanti con una miriade di comuni che gravitano intorno ai due ospedali di riferimento e che si troverebbero privati di un punto nascita raggiungibile in 15-20 minuti. Con una semplice ricerca su internet è facile constatare, infatti, che raggiungere Tricase, l’ospedale più vicino, da Racale, Alliste o Taviano si impiegano, in condizioni di traffico normale, non meno 50-60 minuti. Ed è evidente che in caso di emergenza non è possibile garantire la sicurezza alle pazienti e ai nascituri. Oggi la Puglia – conclude -, dopo tanti tagli e chiusure di ospedali e reparti, non è più sottoposta alle restrizioni del piano di rientro. E’ possibile rafforzare l’offerta di servizi sanitari. Si accorpino quindi i due reparti di Casarano e Gallipoli, si scelga in base a parametri clinici e organizzativi e si attivi un unico punto nascita che sulla carta parte da circa 950 parti. Ma si evitino pensieri e iniziative malsane che non porteranno a nulla e che creano solo inutili allarmismi”