“Tra tutte le province pugliesi, è la Capitanata a pagare il prezzo più alto per la disoccupazione e la crisi”. A sollevare quello che è ormai un vero e proprio “contesto allarmante”, il consigliere regionale Giandiego Gatta durante la seduta del Consiglio. “Secondo dati pubblicati di recente da Union Camere – ha proseguito – nel territorio foggiano si fotografa il -2,4 per cento di imprese iscritte nei registri ed il +12,7 per cento di imprese in liquidazione. E in più, il 20 per cento come tasso per la disoccupazione, il dato peggiore in tutta la Regione, che raggiunge il 40 per cento se consideriamo quella giovanile”.
Nel rapporto, si legge anche che questo è il terzo anno consecutivo in cui tutti i settori, dal manifatturiero all’edilizia, subiscono una significativa contrazione. “Allora – spiega Gatta -, è vero che è necessario snellire le procedure ed evadere in tempi brevi le istanze di chi vuole investire nel territorio; è vero pure che urge una riduzione della pressione fiscale così come facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese; è tutto vero. Ma non possiamo far finta di leggere dati che certificano una penalizzazione continua della Capitanata nelle politiche regionali degli ultimi dieci anni. Mancano infrastrutture fondamentali per rilanciare l’economia nel nostro territorio. È incredibile, infatti, che questo governo pugliese non abbia ancora risolto il problema dell’aeroporto nella Provincia di Foggia, considerando che la Capitanata offre oltre il 60 per cento della ricettività turistica regionale. Perciò – ha concluso Gatta – se vogliamo davvero dare un segnale all’economia, lo dobbiamo fare con coraggio, investendo soprattutto in quelle province pugliesi martoriate dalla crisi e dimenticate da questo governo regionale”.
A rincarare la dose, il collega di Forza Italia Luigi Mazzei: “La Puglia, lungi dall’essere un’isola felice dell’Italia e del meridione come comicamente cercano di presentarla gli assessori della Giunta Vendola è un territorio in asfissia economica e sociale. I dati che Bankitalia ci ha fornito nei giorni scorsi al Rettorato di Lecce offrono un quadro drammaticamente triste. Dal 2007 ad oggi in Puglia si sono perduti un’infinità di posti di lavoro con un crollo del tasso di occupazione pari al 30 per cento e con la disoccupazione giovanile al 46 per cento”.
A far scatenare le polemiche, i dati forniti dall’assessore regionale al Lavoro, Leo Caroli, il quale ha citato i dati Istat relativi al primo trimestre 2014: “Indicano una flessione nell’occupazione complessiva in Puglia: dal dato iniziale di 1.200.00 si è passati alla fine del trimestre a 1.146.000 occupati. Tuttavia – ha spiegato Caroli – nel confronto con l’ultimo trimestre 2013 si registra una saldo di + 11.000 occupati. Sono stati persi tre anni a suo tempo da quando la crisi mondiale è stata sottovalutata a livello nazionale. “A fronte di ciò la Regione Puglia – ha aggiunto – ha saputo tenere insieme le politiche di sviluppo economico con quelle della formazione, come dimostrano il miliardo e 600 milioni di investimento dei privato con 400 milioni di cofinanziamento regionale e la gestione degli ammortizzatori sociali in deroga. Pur nella loro drammaticità i dati dimostrano che la Puglia è una delle Regioni che tiene meglio – ha concluso -, anche se alcuni degli effetti di queste politiche (che occorre portare avanti e rafforzare) si manifesteranno tra anni”.