Foggia, guerra tra albanesi nel discopub “Il Gufo” a Borgo Segezia. “Scene da far west”

I carabinieri della Compagnia di Foggia lo hanno definito un “far west”. E infatti le scene del 4 settembre 2013 nella pizzeria “Il Gufo” a Borgo Segezia non sono molto lontane da un film di Sergio Leone.

I carabinieri della Compagnia di Foggia lo hanno definito un “far west”. E infatti le scene del 4 settembre 2013 nella pizzeria “Il Gufo” a Borgo Segezia non sono molto lontane da un film di Sergio Leone.

Spari contro il locale, uomini nascosti dietro il bancone, fucili e pistole. Una notte di follia che oggi ha trovato una spiegazione. Dietro questa storiaccia c’è la droga, l’immigrazione e la criminalità dell’est Europa, nello specifico dell’Albania.

Il disco-pub del Salice è quindi diventato scenario di una guerra tra bande per il controllo del traffico di stupefacenti. Dopo mesi di indagini ecco le manette. Ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentato omicidio e detenzione illegale di armi a carico del cittadino albanese Ismail Hasani di 30 anni.

Quel giorno, due persone a bordo di un’Audi di grossa cilindrata con targa straniera si presentarono alla pizzeria “Il Gufo”, locale frequentato abitualmente da immigrati dell’est europeo, armati di fucile e pistola, ed iniziarono a sparare ad altezza d’uomo attraverso le finestre del locale. Dopo aver esploso vari colpi anche contro le autovetture in sosta nel parcheggio della pizzeria, gli autori del fatto si allontanarono.

100_6779Le indagini, condotte attraverso attività tecnica e acquisizione di informazioni da tutti i presenti all’evento criminoso, si concentrarono da subito sulla criminalità straniera. Venne accertato che il movente era riconducibile a contrasti sorti tra albanesi dediti al traffico di sostanze stupefacenti. In particolare l’evento era collegato con quanto avvenuto presso lo stesso locale qualche giorno prima, quando personale della Questura di Foggia era intervenuto a seguito dell’aggressione subita da un albanese da parte di un gruppo di connazionali.

Attraverso alcune preziose testimonianze e le informazioni acquisite con le intercettazioni e l’analisi di tabulati telefonici, i carabinieri riuscirono ad individuare Hasani quale uno dei responsabili della “spedizione punitiva”. In particolare l’uomo era colui che imbracciava il fucile calibro 12 che sparando all’interno del locale aveva colpito il frigorifero, un tavolino e alcune bottiglie, andate in frantumi. L’albanese sparò poi un altro colpo all’indirizzo di un’autovettura parcheggiata lungo un vialetto che costeggia il locale.

Hasani, nel successivo mese di ottobre 2013, venne poi tratto in arresto in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalle autorità albanesi, dovendo scontare una condanna ad oltre 3 anni di reclusione per reati in materia di armi commessi in Albania e soltanto pochi giorni fa, il 10 giugno, era riuscito ad ottenere il beneficio degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, bruscamente interrotto per la nuova ordinanza di custodia cautelare, a seguito della quale è stato nuovamente condotto in carcere.



In questo articolo: