“È un fenomeno che si sta aggravando negli ultimi anni” quello del crollo delle falesie in una regione con una costa lunga circa 900 chilometri e “la responsabilità è tripartita, tra i vari operatori e enti”. È il commento del geologo Francesco Bartucci, componente del comitato scientifico di Legambiente Puglia, in riferimento ai recenti cedimenti che hanno interessato il Gargano. Un fenomeno che anche nel Salento ha prodotto limitazioni alla balneazione, per circa 50 chilometri di costa. È per effetto dell’azione del moto ondoso e della naturale erosione costiera che frequentemente si verificano fratture dei costoni a picco sul mare, ma tra le concause va considerato anche “l’impatto ambientale dell’eventuale struttura realizzata”, case, alberghi e ristoranti, dalle viste panoramiche, costruiti ai margini della falesia a rischio crollo. Un aggravante, il fenomeno dell’abusivismo edilizio per il geologo tranese che a l’Immediato, a cornice di un forum sull’importanza dell’acqua in agricoltura tenutosi nei giorni scorsi a Cerignola, ha affidato la sua analisi.
“Difficile che con le attuali leggi si possa avere un’autorizzazione legittima per la costruzione di strutture e manufatti a ridosso sul mare: è una situazione che andrebbe analizzata caso per caso. Un’altra questione che andrebbe analizzata -osserva Bartucci- è quella relativa ai piani delle coste comunali. Molti comuni non si sono ancora adeguati. È compito di ogni Comune predisporre il piano comunale delle coste e individuare quali sono i tratti di immediato pericolo e di non balneabilità, per i fenomeni di crollo”.
Si registra, da questo punto di vista, un diffuso ritardo nei governi cittadini delle località balneari. Anche a livello di governo regionale in tema di tutela e restauro geoambientale delle spiagge si procede a rilento. “La Regione Puglia ha redatto il piano regionale delle coste appena un paio di anni fa -continua il geologo tranese di Legambiente Puglia-, e i Comuni dovevano adeguarsi facendo pianificazioni di dettaglio per i tratti costieri comunali, però, da quello che mi risulta, pochissimi comuni sono adempienti a questi obblighi. A Trani, non ci si è ancora adeguati, così come a Barletta e Bisceglie, che sono realtà che conosco più da vicino. Si è in netto ritardo. Ipotizzo che anche i comuni del Gargano lo siano”.
Il rischio di crollo delle falesie sul litorale mattinatese , è all’attenzione della Prefettura di Foggia, dove il 3 giugno scorso si è tenuto un incontro con il Comandante della Capitaneria di Porto di Manfredonia, i rappresentanti del Servizio Risorse naturali e dell’Ufficio Coordinamento Strutture Tecniche provinciali Bari-Foggia della Regione Puglia e quelli dell’Autorità di Bacino. Erano presenti anche il neoeletto sindaco di Mattinata, Michele Prencipe, i rappresentanti della Camera di Commercio e della Confcommercio di Foggia, il presidente del Parco Nazionale del Gargano, Stefano Pecorella, e alcuni operatori turistici. Gli esiti della consultazione hanno prodotto la convocazione, nell’immediato, da parte del sindaco di Mattinata, di un apposito tavolo tecnico per l’individuazione dei punti maggiormente esposti a rischio al fine di predisporre gli interventi necessari per la relativa messa in sicurezza. La volontà è anche quella pianificare un programma di interventi a medio e lungo periodo per la mitigazione del rischio geomorfologico ed idraulico della costa interessata, con il coinvolgimento degli operatoti turistici.
È infatti responsabilità dei Comuni “intervenire con piani di emergenza per la messa in sicurezza, perché il sindaco è responsabile della sicurezza dei cittadini”, come sottolineato dal tecnico di Legambiente Puglia a l’Immediato. “Laddove lo specifico fenomeno erosivo interessa una struttura privata è invece il privato che si deve adoperare per mettere in sicurezza il lido di balneazione. Ovviamente l’amministrazione deve apporre i cartelli che attestano il pericolo di crollo, cosa che invece non è assolutamente avvenuta e non sta ancora avvenendo per molti tratti di costa pugliese interessati dal fenomeno del crollo delle falesie. I Comuni –aggiunge, infine Bartucci, riassumendo la procedura- devono anche adoperarsi attraverso i vigili urbani a sovrintendere che i bagnanti, magari anche ignari del pericolo, vadano a posizionarsi proprio sotto la falesia”.
In occasione della riunione in Prefettura, il presidente dell’Ente Parco ha assicurato la propria disponibilità a contribuire alla predisposizione della cartellonistica necessaria e a finanziare studi di fattibilità relativi agli interventi da attivare.