Altro che campagna elettorale ad Orta Nova. Lo scenario dell’ultimo, squallido, episodio è il cimitero comunale. Più precisamente, la cappella di famiglia del candidato sindaco Iaia Calvio (Pd). La spiacevole sorpresa, questa mattina, del ritrovamento del materiale elettorale dell’oppositore politico Gerardo Tarantino (ex vicesindaco con Giuseppe Moscarella e candidato con una coalizione di centrodestra), ha scatenato reazioni, accuse e sdegno sui social network. E non solo.
Il medico ortese, infatti, dopo il tam-tam della mattinata, ha esposto formale denuncia-querela nei confronti di Monica Ladogana, ex consigliere comunale e stretta collaboratrice dell’avvocato piddino, la quale per prima ha postato un intervento sdegnato – con tanto di foto – nei confronti dei “piccoli miserabili, inqualificabili squadristi!”, che “hanno infamato l’immagine” del padre del sindaco uscente.
“Ora Dino – ha scritto Ladogana su Facebook – se sei diverso da loro, abbi la dignità e l’onore di prendere le distanze e chiedere scusa! Non avete neanche rispetto per i defunti! Vergogna!”. Parole e immagini forti, con i santini sparigliati al di là del cancello della cappella privata.
Immediata la reazione di Tarantino, che a sua volta ha postato il testo della querela presentata alla stazione dei carabinieri di Orta Nova: “Si fa presente – scrive – innanzitutto la ‘stranezza’ della ‘scoperta’ da parte della Ladogana, proprio nel giorno delle elezioni, del predetto materiale elettorale raffigurante la mia persona, ben visibile e ben collocato all’interno di una cappella chiusa da un cancello di cui io, peraltro, non ho la chiave di accesso. In secondo luogo – continua – la mia reputazione è stata gravemente lesa dalla pubblicazione della predetta fotografia commentata dalla Ladogana in modo da far apparire il sottoscritto come il responsabile, quantomeno dal punto di vista morale, di un gesto così vile ed irrispettoso non solo dell’avversario politico Maria Rosaria Calvio, ma anche della memoria del padre, al quale fra l’altro sono legato da rapporti di parentela”. Poi, alla richiesta di scuse dell’ex consigliere, risponde: “Non vedo per quale motivo avrei dovuto scusarmi, pena l’equiparazione a degli squadristi, di un’azione così inqualificabile, ma di certo non compiuta né da me né da persone a me vicine, poiché evidentemente contraria ad ogni mio interesse!”.
Ad intervenire, anche il segretario provinciale del Pd, Raffaele Piemontese: “Non riesco a trovare le parole – ha dichiarato su Facebook – per esprimere lo sdegno e la pena nei confronti di chi vilipende la memoria di un onesto uomo che non c’è più”. E conia anche l’hashtag #iostoconiaia. Alla faccia del silenzio elettorale.