Che ci si rechi a mani giunte o per pura curiosità, c’è grande attesa oggi a Cerignola per la riapertura del Duomo. Terminati i lavori di riqualificazione dell’area presbiteriale e di inserimento della cripta, la chiesa cattedrale riapre al culto, alle 18.30, con la cerimonia di dedicazione del nuovo altare, presieduta dal vescovo della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, Felice di Molfetta. Una cerimonia volutamente informale, senza inviti ufficiali alle autorità civili o militari. Gli unici posti riservati tra le prime file, saranno quelli destinati alle maestranze che hanno materialmente realizzato l’intervento, accanto a chi lo ha progettato, curandone la direzione dei lavori. Nella ricorrenza della Liberazione la Cattedrale sfoggia il suo nuovo look. Una data che, con gli ultimi singulti di polemiche, segna la fine dell’annosa diatriba tra curia e oppositori del progetto, le realtà culturali cittadine facenti capo a Matteo Stuppiello e Salvatore Del Vecchio, già dal 2007 schierati contro la realizzazione dell’intervento considerato “intrusivo” e “inutile”.
Per scongiurare la “cripta-mausoleo” hanno raccolto 7110 firme nell’ultima petizione promossa e consegnata al sindaco Antonio Giannatempo, e in più occasioni hanno sollecitato, anche attraverso consiglieri dell’Archeoclub nazionale, un tavolo di confronto con i vertici della comunità ecclesiastica, informando anzitempo la cittadinanza sul progetto “criptato” che insisteva sull’edificio religioso di proprietà comunale. Una forzatura trascinare la questione al di fuori dell’ambito di pertinenza dell’intervento di adeguamento, per gli ambienti curiali. “L’adeguamento liturgico non è questione che può essere dibattuta, peraltro la spesa, che ammonta a 450mila euro rinviene da economie dei bilanci della curia e della diocesi. Non sono fondi Cei o dell’8 per mille”.
Ci ha tenuto a sottolinearlo, il vicario generale don Carmine Ladogana, a cornice della conferenza stampa che si è tenuta ieri nei locali del seminario vescovile, alla presenza dei direttori dei lavori, l’architetto e progettista bitontino Tommaso Maria Massarelli e l’Ingegnere cerignolano Marcello Cioffi, coadiuvati dal coordinatore della sicurezza, l’architetto Lele Defilippis. “Ora il Duomo è più funzionale rispetto a prima, con questa riqualificazione funzionale e liturgica”, dichiara, e, in riferimento alla cripta, aggiunge: “Lo dice un articolo del codice di diritto canonico che in ogni cattedrale è previsto un luogo per la sepoltura dei vescovi che hanno operato. È una facoltà della quale noi ci siamo avvalsi, perché è prevista dalla norma che consente anche a chi ha fatto il vescovo a Cerignola e poi si è trasferito, ma nelle volontà testamentarie ha chiesto di far ritorno nella diocesi che ha servito, di essere sepolto nella cripta, che può accogliere in tutto cinque loculi”.