Il sociale prima di tutto, insieme alla ripartenza dell’economia riattivando i cantieri edili. Per la verità di queste opere durante la giunta precedente c’è stato gran fervore, ma il candidato sindaco della coalizione ‘Bene Comune’ Francesco Miglio, vara il suo programma su una precisa ricetta sociale: “Saranno inserite clausole sociali nelle gare di appalto per favorire l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate nei lavori che il comune appalta per le opere pubbliche, l’avvio di una filiera della solidarietà, borse lavoro per i diversamente abili, canoni di affitto sociale e l’attivazione del servizio di segretariato sociale di prossimità”. L’altra novità è la messa a disposizione alle famiglie disagiate di terreni comunali per la coltivazione di prodotti che saranno venduti alle “bancarelle della solidarietà”.
Un circolo che si auspica virtuoso e che prevede il ritorno a lavoro degli edili affinché, a trarne vantaggio, siano i disagiati e l’attivazione di servizi per loro. “Promuoveremo anche borse lavoro per i disabili – prosegue Miglio – attivando percorsi concertati con le imprese e le organizzazioni di categoria. Così come intendiamo avviare il canone sociale di locazione promuovendo un’intermediazione tra i proprietari di alloggi sfitti e famiglie in difficoltà, con una riduzione del cuneo fiscale locale sulle proprietà coinvolte nell’accordo”.
In questi giorni Miglio si era anche espresso su tematiche ambientali, in particolare una centrale a biomasse – di cui si favoleggia da qualche anno, con numerosi interventi di associazioni ambientaliste- e la possibile realizzazione di due impianti di compostaggio. Sono questi fra i temi caldi della campagna elettorale, sempre molto dibattuti in città ma che, con l’attivismo del movimento grillino, hanno avuto un balzo nell’agenda di tutti.
Miglio teme “un impatto ambientale complessivo abbastanza significativo”. E si riserva di chiedere alla Regione “nessuna imposizione dall’alto di insediamenti produttivi che contrastano con la vocazione naturale del territorio”. Dietro questi “no”, la tutela, in località Casone, di “un’area conosciuta in tutto il mondo per essere una necropoli che ha dato alla luce numerosi reperti”. E Miglio cita il libro ‘La necropoli di masserie Casone’ di Ettore M. De Juliis, docente di archeologia presso l’università di Bari, per sottolinearne il valore. Del resto il Museo dell’Alto Tavoliere, un’istituzione non solo per il paese ma per tutta la Capitanata, conserva una sala con decine di reperti ritrovati in quell’area.
Questioni così scottanti e con un impatto ambientale, sociale, umano e culturale di rilievo “non si possono calare dall’alto”. Per questo chiede commissario prefettizio Nicolina Miscia “di attivare una serie di forum sulla questione, in modo che la Regione possa tenere conto anche del parere del territorio che quell’impianto lo dovrà subire per decenni”.