Fedele alla linea delle slide per spiegare punto dopo punto la situazione al Comune di Foggia, dai tributi alle municipalizzate, dalle partecipate fallite o in liquidazione al welfare, dall’urbanistica ai fondi europei, il candidato sindaco Leo di Gioia, sostenuto da cinque liste civiche, ha presentato dettagliatamente il suo programma in un’ affollatissima sala congressi alla Fiera. “Qualcuno aveva suggerito lo stadio”, ha detto sorridendo Giovanna Greco, la giornalista che ha accompagnato il candidato nella lunga esposizione dell’analisi e dei progetti per la città.
Merito, competenza, trasparenza sono stati i termini da cui è partito per dare una visione di quello che è da cambiare, o meglio “rivoluzionare”, per ridare fiato a una città in affanno con le attività produttive in saldo negativo e da cui oltre 3000 ragazzi sono andati via. I dati si riferiscono al decennio 2001-2011, ma si può ancora parlare di quegli effetti dato che sono sotto gli occhi di tutti, anche senza passare in rassegna gli anni successivi.
Molto duro con i dirigenti: “Il rapporto con pubblica amministrazione è spesso mediato da persone che tendono a trarre propri vantaggi e rispetto ai quali il politico deve capire il minimo sindacale per gestire in proprio la partita del Comune”. Di fronte a un quadro del genere, in cui anche l’ufficio legale non prevede la “rotazione dei professionisti”, in cui, fra le spese dell’ente, i piccoli tendono a essere pagati dopo, in cui il nocciolo delle partecipate è più “dare lavoro che servizi”, idem per i piani sociali di zona, “una torta sempre più esigua”, di fronte a un quadro del genere, insomma, servono “sistemi di controllo a dare la percezione della vigilanza, delle regole da rispettare”. La proposta è quella di istituire “un dipartimento per la trasparenza e la legalità”.
Davvero poco spazio alla demagogia, un intervento secco quello del candidato, centrato sui problemi da analizzare e da risolvere, spiegando soprattutto come.
Non è tempo di scrivere il libro dei sogni, solo la musica di Vasco con Dannate nuvole all’inizio del video – mentre scorreva una città piena di problemi- e quello finale, stessa voce che canta Cambiamenti- fra strade nuove e edifici recuperati – ha deviato, per un attimo, dal binario del reale. “Nel nostro curriculum ci sono le partecipate fallite o in liquidazione mentre i responsabili girano ancora le segreterie di partito senza fare mea culpa per questo fallimento diabolico”. Roba da far impallidire. Applausi. “Non siamo entusiasti di vincere ma presi dalla sfida di governare”. Recuperando memoria, se si riaprirà il Giordano, e tenendo insieme “una visione” delle cose perché nel caso del teatro chiuso “i procedimenti posti in essere sono stati sbagliati”.
Tanti numeri, dati, grafici, come intervenire su Ataf con un “sostegno regionale”, come rinverdire Amgas e la società che ne sta alla base, Am Service “che deve fare di più, cinquanta persone che devono puntare sull’inventario delle utenze, dei contatori, sull’uso di Internet”. La strada è difficile, di Gioia ne è consapevole, la giornalista gli ricorda che “potrebbe farsi molti nemici”.
Tuttavia il “biglietto pasquale”, come l’ha definito nel messaggio finale, recita così: “Non è la partita di uno contro tutti ma di tutti per cambiare”. Nella speranza che il Comune sappia usare, tra le altre cose, anche i fondi europei, oggi utilizzati per “zero euro”, letteralmente, e rifletta anche sulle prospettive di Amiu, la società regionale che si occupa dei rifiuti, per analizzarne vantaggi e svantaggi.
In una prossima occasione Di Gioia conta di presentare i candidati delle sue cinque liste, ma qualcosa si intravede. Gli esponenti di ‘Scelta civica’ foggiana si sono riuniti sotto l’insegna dell’assessore barese, primo fra tutti Rosario Cusmai, candidato nella lista del sindaco, ex forzista, poi montiano. Fra le cinque, una è più di sinistra, “in fondo parliamo di un assessore al bilancio della giunta Vendola e, se a Bari si può, perché non a Foggia?”. Così risponde un esponente storico della sinistra foggiana, Michele del Carmine, non candidato e critico nei confronti della nomenclatura locale: “Devono capire che qualcosa non va”. Con lui, non candidato, Ciro Mundi, ex assessore all’urbanistica nella giunta Ciliberti e suo primo vicesindaco. Nella rosa, invece, Antonio Scopellitti. Michele Perrone, Raffaele Cariglia. In sala tanti volti noti, da Pino Lonigro, il consigliere regionale fra i più attivi nel formare le liste civiche, l’onorevole Michele Ricci, il dirigente della Provincia Franco Mercurio.