Corretto. Empatico. Competente. Chi lo ha conosciuto ricorda così Patrizio Zampiello, medico dell’Unità di Pronto Soccorso-Accettazione dell’Ospedale di San Pio, venuto a mancare lo scorso sabato. Specialista in Chirurgia Generale e in Chirurgia dell’Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva Chirurgica, nel giugno 2001 entrò a far parte della grande famiglia di Casa Sollievo della Sofferenza.
Pochi anni fa la scoperta della malattia, che Zampiello consapevolmente accettò e affrontò. Nonostante sapesse essere la sua lenta condanna, non si lasciò sopraffare, ma continuò a lavorare e studiare: “E’ un modo per non mollare” ripeteva.
“Era un professionista con una preparazione notevole – racconta il primario Giuseppe Di Pumpo – Patrizio era un uomo educato, di una disponibilità esemplare non solo con i pazienti che ogni giorno visitava, ma anche con tutti i colleghi. Nonostante la sua malattia, ha continuato ad essere presente in reparto, senza mai sottrarsi ai duri turni di lavoro e senza farci mai mancare il suo sorriso e la sua serenità”.
Uomo ironico e al tempo stesso riservato, il dottor Zampiello è rimasto molto legato alla famiglia di Casa Sollievo nonostante la lontananza da San Giovanni Rotondo in quest’ultimo periodo. “Circa un anno fa Patrizio si è dovuto ritirare dal lavoro – racconta il collega e amico Michele Maggi – ma ha continuato ad essere presente nelle nostre vite. In questi mesi di pandemia ci è stato molto vicino, supportandoci a distanza. Nonostante l’aggravarsi continuo della sua malattia riusciva a risollevarci il morale anche attraverso piccoli messaggi”.
“È una gravissima perdita per tutto il reparto – conclude Di Pumpo -. La sua figura sarà sempre tra quei corridoi da lui ultimamente visitati solo in fotografia grazie ad alcuni scatti inviati dai colleghi: «è dura, ma non mollo – scrisse in uno dei suoi ultimi messaggi – grazie per il viaggio immaginifico fatto in Pronto Soccorso: sembra di essere ancora con voi”.