Dalla “Stolen I” alla recentissima “Stolen II”, passando per una strategia di contrasto che ha colpito l’intera filiera criminale dei furti d’auto: nella provincia Barletta-Andria-Trani, la guerra ai ladri di veicoli ha finalmente segnato un punto a favore dello Stato. Lo dimostrano i numeri forniti dal questore Alfredo Fabbrocini, in passato capo della squadra mobile di Foggia e figura centrale nelle inchieste contro la mafia foggiana e garganica: quasi cento arresti in dodici mesi, un calo del 40% dei furti e un metodo d’indagine diventato ormai sistemico.
Dal furto alla ricettazione: l’intera filiera sotto scacco
L’ultima operazione in ordine di tempo, denominata “Stolen II”, ha portato all’arresto di 25 persone, tutte originarie di Cerignola, accusate di far parte di un’organizzazione strutturata con due vertici operativi. L’indagine si è focalizzata sul secondo step del reato: la ricettazione e la vendita dei pezzi smontati dalle auto rubate. Dalle autorimesse alla commercializzazione, il sistema era oliato, efficace e pericoloso. Non a caso, uno degli autoparchi coinvolti, il noto autoparco Marino, è stato posto sotto sequestro.
Ma l’affondo della polizia parte da lontano. Già nove mesi fa, l’inchiesta “Stolen I” aveva individuato 32 presunti ladri, molti dei quali andriesi, specializzati nella fase operativa del furto. Le due indagini, seppur con bersagli diversi, si incastrano alla perfezione, tracciando un quadro inquietante della diffusione e della redditività di questo crimine.
Fabbrocini: “Numeri in controtendenza rispetto al resto del Paese”
“Nel 2022 avevamo oltre 1000 furti d’auto ogni 100mila abitanti, nel 2024 siamo scesi a 600 – ha spiegato il questore Fabbrocini in una intervista a La Gazzetta del Mezzogiorno –. A livello nazionale si registra un incremento del 6%, qui invece siamo in netta controtendenza”. Un successo frutto di un approccio nuovo, che non si limita ad arrestare chi ruba, ma va oltre. “Abbiamo creato un gruppo di lavoro ad hoc, con il contributo del Servizio centrale operativo di Roma, per seguire tutta la filiera: furto, ricettazione, vendita”, aggiunge.
Controlli negli autoparchi e alle frontiere: “Fiato sul collo ai criminali”
La strategia della Questura si fonda su prevenzione, repressione e indagini capillari: pattugliamenti delle aree critiche, ispezioni negli autoparchi della Bat e di Foggia, oltre che controlli mirati sui rivenditori di pezzi di ricambio. E i risultati si vedono. “Abbiamo evidenze chiare che i criminali si sentono braccati – ha affermato Fabbrocini –. Temono soprattutto la nostra presenza invisibile”.
Identikit e ricavi: un reato redditizio ma sottovalutato
Il furto d’auto non è un reato elitario: “Chi lo commette può avere tra i 18 e i 60 anni. Non serve una grande caratura criminale, ma solo manualità e un po’ di tecnicismo. Si rischia poco, ma si guadagna molto”. A testimonianza, il valore dei veicoli smontati: un’auto da 20mila euro, a pezzi, può fruttarne oltre 30mila. Una differenza notevole che alimenta il mercato nero, sia nazionale che estero.
Cerignolani nella Bat, andriesi nella prima fase: geografia del crimine
La seconda operazione ha riguardato in gran parte soggetti cerignolani operanti nel territorio Bat. Una dinamica che rivela, secondo Fabbrocini, la stretta interconnessione tra le comunità criminali di province differenti. “Bari, Foggia e Bat sono collegate da una fitta rete di collaborazioni tra gruppi. Ecco perché lavoriamo in sinergia con le altre Questure e con i carabinieri”.
Ambiente e cittadini: due fronti ancora critici
Il questore non nasconde la preoccupazione per le carcasse date alle fiamme nelle campagne, spesso causa di gravi danni ambientali. In sinergia con Regione e Prefettura si sta lavorando per l’installazione di telecamere in quelle zone. C’è poi il tema del coinvolgimento civico. “Troppo spesso la gente preferisce fare video piuttosto che chiamare il 112. Anche una segnalazione può fare la differenza”, ha ricordato.
“Otto agenti feriti e due volanti distrutte, ma non ci fermeremo”
Infine, un passaggio emotivo e sincero. “Otto agenti feriti da inizio anno, due volanti distrutte. Per me la loro incolumità è prioritaria. Non chiederò mai loro di rallentare, ma nemmeno li rimprovererò se tornano a casa interi. Sappiamo che la legge non è sempre dalla nostra parte, ma continueremo a combattere”.
Il metodo Fabbrocini – testato sul campo anche a Foggia contro la mafia – sembra funzionare anche nella lotta ai furti d’auto. Non sarà la soluzione definitiva, ma un segnale concreto che lo Stato c’è.