Un ingente sequestro di prevenzione è stato eseguito nelle scorse ore dalla guardia di finanza di Bari, in sinergia con la divisione anticrimine della questura di Foggia. Il provvedimento, emesso dalla III sezione penale del tribunale di Bari su proposta del questore di Foggia, ha colpito beni riconducibili al 46enne Gaetano Saracino di Cerignola, ritenuto socialmente pericoloso in base a numerose condanne pregresse. Valore complessivo del sequestro: circa 2,5 milioni di euro.
Una carriera criminale lunga decenni
Saracino, un pluripregiudicato noto alle forze dell’ordine fin dagli anni ’90, è stato al centro di un’articolata indagine patrimoniale e giudiziaria. Gli inquirenti gli attribuiscono una lunga scia di reati che comprende assalti a istituti di credito, rapine a furgoni portavalori, riciclaggio, ricettazione e delitti in materia di armi. Colpi messi a segno in tutta Italia, molti dei quali realizzati con modalità paramilitari e l’uso di armi da guerra ed esplosivi.
Il 46enne era stato recentemente condannato dal tribunale di Brescia, insieme ad altri complici, per un tentato assalto al caveau della società Mondialpol a Calcinatello, nel bresciano. Un’azione che, se portata a termine, avrebbe fruttato all’organizzazione criminale circa 80 milioni di euro, ma che venne sventata grazie al tempestivo intervento delle forze dell’ordine.
Traffici internazionali di droga
Il nome del cerignolano è emerso anche in diverse indagini su traffici di droga su scala internazionale. Secondo gli accertamenti, sarebbe stato coinvolto in importazioni di stupefacenti dalla Colombia e dalla Spagna, a conferma di legami solidi con la criminalità organizzata estera.
Incongruenze tra redditi e beni
La guardia di finanza, in particolare il GICO del Nucleo P.E.F. di Bari, ha eseguito un’approfondita indagine economico-patrimoniale sul periodo 2011-2023. Sono stati analizzati contratti di compravendita, atti pubblici e movimenti finanziari riferibili al soggetto e al suo nucleo familiare. Secondo quanto valutato dal tribunale, i redditi leciti non giustificherebbero l’accumulo dei beni finiti sotto sequestro.
Sigilli sono stati posti a due imprese – una agricola e una operante nel commercio all’ingrosso di surgelati – a un appartamento con box, oltre che a numerosi rapporti finanziari intestati all’indagato e a soggetti a lui collegati.
Patrimoni illeciti nel mirino
Al termine dell’operazione, i beni sequestrati saranno affidati a un amministratore giudiziario nominato dal tribunale di Bari. L’intervento conferma la determinazione delle autorità giudiziarie nel contrastare l’arricchimento illecito attraverso le norme previste dal codice antimafia, con l’obiettivo di colpire la criminalità organizzata anche sotto il profilo economico.