La Capitanata affronta una delle peggiori crisi idriche degli ultimi anni. Con un maggio dalle temperature estive e precipitazioni praticamente assenti, gli agricoltori guardano con crescente preoccupazione ai dati delle dighe: secondo Coldiretti Puglia, i bacini del territorio trattengono appena il 34% dei volumi autorizzati rispetto allo stesso periodo del 2024, anno già critico per la scarsità d’acqua.
Occhito ancora chiusa e irrigazione di soccorso ridotta
I numeri fotografano un’emergenza: al 5 maggio 2025, le dighe della Capitanata contengono 113 milioni di metri cubi d’acqua contro i 192 milioni dell’anno scorso. Manca all’appello quasi il 50% della risorsa idrica, circa 81 milioni di metri cubi. La diga di Occhito, la più grande della Puglia, al momento non ha ancora aperto i rubinetti. L’unica erogazione prevista partirà il 15 maggio con una dotazione minima – appena 600 metri cubi per ettaro – per il comprensorio sinistra Ofanto, utile solo come irrigazione di soccorso.
Allarme per la campagna del pomodoro
A pagare le conseguenze più gravi sarà la campagna del pomodoro, colonna portante dell’economia agricola foggiana. Le incertezze legate alla disponibilità d’acqua e un accordo tardivo sul prezzo per la trasformazione nel bacino centro-sud Italia rendono l’annata particolarmente difficile, con possibili ricadute sugli investimenti e sulle rese.
Il deficit idrico è legato anche alle piogge praticamente inesistenti nelle ultime settimane. Ad aprile, sul Tavoliere e nella pianura foggiana, si sono registrati meno di 20 millimetri di pioggia, circa la metà della media. Sul versante pugliese dei monti Dauni la situazione è persino peggiore, con un calo del 70% delle precipitazioni rispetto alla norma. Le falde e i corpi idrici, già stressati, non sono riusciti a ricaricarsi.
Coldiretti: “Servono bacini di accumulo e aiuti immediati”
Coldiretti Puglia sollecita il Governo ad accelerare l’erogazione degli aiuti assicurativi e a riformare la gestione del rischio in agricoltura. Il sistema attuale si è dimostrato insufficiente di fronte agli effetti sempre più violenti del cambiamento climatico. Solo nel 2024, il valore assicurato delle produzioni agricole ha toccato i 10 miliardi di euro, coinvolgendo oltre 65 mila imprese.
Nel frattempo, Coldiretti e l’ANBI, l’Associazione nazionale delle bonifiche, hanno elaborato un piano per costruire un sistema di bacini di accumulo e pompaggio. L’obiettivo è duplice: da un lato, raccogliere l’acqua piovana che oggi finisce in mare, dall’altro, contenere l’effetto erosivo delle piogge torrenziali, che sempre più spesso danneggiano i terreni agricoli.
Un intervento strutturale che potrebbe cambiare il destino dell’agricoltura pugliese, sempre più fragile e vulnerabile di fronte a una crisi idrica ormai ciclica.