Una battaglia quotidiana contro l’odio, gli insulti gratuiti, il sessismo e il bodyshaming. È quella che combatte da tempo la sindaca di Foggia, Maria Aida Episcopo, presa di mira da mesi da una parte tossica del web. A riportare la sua testimonianza, stavolta, è stata Repubblica Bari, in un’intervista in cui la prima cittadina spiega le ragioni del suo ultimo post di denuncia, uno dei tanti che ha già avuto ampio spazio anche su l’Immediato, che in più occasioni ha raccontato sia i suoi sfoghi pubblici che le prese di posizione in sua difesa da parte di altre forze politiche.
“Non lo faccio per populismo, ma per proteggere i più fragili”
“Non l’ho fatto per ricevere solidarietà – chiarisce la sindaca – anche se ne ricevo tanta, persino da chi è distante dalle mie idee. Ma certe parole possono davvero ferire chi è più fragile. Il rispetto è la prima cosa da insegnare: sono nata docente e morirò docente”.
Episcopo non ha esitato a pubblicare alcuni dei messaggi più violenti ricevuti. Non solo attacchi politici, ma insulti volgari e gravi. Come quando qualcuno le ha scritto: “Nazista dei disabili”, riferendosi alla decisione di rivedere gli stalli riservati a soggetti con disabilità lieve. “Quello è stato il commento che mi ha fatto più male”, ammette.
“Mi hanno detto che non posso fare la sindaca per il mio girovita”
Nel mirino anche il suo aspetto fisico. “Mi hanno chiamata ‘scrofa’. Spero perché sono robusta. Ma non si sente mai qualcosa del genere rivolto a un uomo. A me, invece, è stato chiesto come faccio a fare la sindaca con il mio girovita. È assurdo che si leghi la competenza di una persona al suo aspetto. Non mi risulta che per indossare la fascia tricolore servano misure precise”.
Alla domanda se cancella i commenti, la risposta è netta: “No. Li rilancio, anche se non tollero il turpiloquio. Di solito querelo. Non è una minaccia, è un’ovvietà”.
“Molti non sanno nemmeno di essere hater”
Episcopo ha anche ricevuto minacce e auguri di malattia. “C’è chi mi ha augurato problemi di salute. Ma si dice che più ti augurano la morte, più si allunga la vita… Io sono perdonista, ma su certe cose uso la legge. E pare che quel soggetto ora taccia. Forse riflette”.
Secondo la sindaca, l’odio online è anche il risultato di un disagio sociale: “Credo che molti siano spinti da solitudini profonde. L’insulto diventa un modo per essere accettati in un gruppo. Ma si finisce per sconfinare nel reato”.
“Non smetterò mai di combatterli”
Maria Aida Episcopo non intende fare passi indietro: “Non volto la faccia dall’altra parte. Voglio offrire una nuova narrazione della città, dove la parola rispetto sia incorniciata nell’agire quotidiano. Se anche solo una persona dovesse riflettere grazie a un mio post, vorrà dire che ho fatto un buon servizio alla comunità”.
Intanto, tra insulti e querele, continua la sua battaglia pubblica e politica. E lancia un messaggio chiaro: non è tollerabile che chi rappresenta le istituzioni debba subire ogni giorno un linciaggio digitale per il proprio corpo, le proprie scelte o semplicemente per il fatto di essere donna.