“L’impatto zero non esiste. Ma l’acqua è una priorità assoluta”. Con queste parole il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha rilanciato oggi, durante la conferenza stampa che ha aperto la due giorni della Commissione Intermediterranea della CRPM (Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime d’Europa), la necessità urgente di dotare il Mezzogiorno e l’Italia intera di nuove infrastrutture per contrastare la crisi idrica e climatica, definita ormai non reversibile nel medio-lungo periodo.
Nel corso dell’incontro, svoltosi alla Fiera del Levante di Bari, Emiliano ha indicato i dissalatori come soluzione più rapida per il breve termine. “Non sono una panacea, ma possono garantire l’acqua necessaria. Tuttavia vanno alimentati con energia – possibilmente rinnovabile – e producono salamoie che devono essere gestite senza compromettere l’habitat marino”, ha spiegato il governatore, sottolineando l’equilibrio delicato tra soluzioni tecniche e impatti ambientali.
Tra i progetti di più ampio respiro, due ipotesi infrastrutturali: un collegamento tra il Molise e la Puglia, che migliorerebbe la razionalizzazione delle risorse idriche nel Sud, e la realizzazione di un acquedotto sottomarino con l’Albania, che secondo Emiliano “getta in mare grandi quantità di acqua dolce inutilizzata”. Ma anche qui, avverte il presidente, “il prelievo di acqua da fonti naturali che sfociano in mare ha un impatto ambientale, e nessuna soluzione – per quanto utile – è priva di conseguenze”.
Durante l’incontro, cui hanno preso parte anche il presidente della CRPM Filip Reinhag e il segretario generale Davide Strangis, Emiliano ha avanzato una proposta concreta al commissario per l’emergenza idrica: fare dell’Acquedotto Pugliese (Aqp) il perno di una rete interregionale per la distribuzione idrica nel Mezzogiorno. “Abbiamo in corso investimenti per 630 milioni di euro, ne sono stati programmati altri per 730 milioni, ma mancano 1,3 miliardi che devono arrivare dal Governo. L’acqua non può essere considerata solo una questione regionale, ma nazionale”.
Nel ribadire la centralità del tema idrico per lo sviluppo e la sopravvivenza delle comunità mediterranee, Emiliano ha anche criticato una visione ambientalista “troppo utopistica”: “La tecnologia non offre soluzioni miracolose. Qualsiasi intervento per fronteggiare la crisi climatica e idrica comporta scelte complesse e costi ambientali da gestire con responsabilità”.
Il messaggio della Regione è chiaro: servono investimenti, pianificazione e realismo. Perché in un mondo che cambia, anche l’approvvigionamento idrico va ripensato come una sfida geopolitica e ambientale globale.