Alla vigilia dell’incontro pubblico “Mai più terrorismo – informazione e dialogo verso la riconciliazione e la pacificazione nazionale”, previsto per lunedì 24 marzo all’Università di Foggia, scoppia la polemica per la partecipazione di Sergio D’Elia, segretario dell’associazione Nessuno Tocchi Caino ed ex militante della lotta armata. In risposta agli attacchi ricevuti da parte di alcuni ambienti politici e sociali, tre iscritti foggiani dell’associazione – Anna Rinaldi, Silvja Manzi e Norberto Guerriero – prendono posizione con una nota pubblica: “Siamo stupiti e preoccupati per il tentativo di screditare la persona e cancellare un percorso umano e politico che è oggi testimonianza concreta di pace, giustizia e nonviolenza”.
Gli autori del comunicato sottolineano che la storia di Sergio D’Elia non può essere ridotta a un’etichetta cristallizzata nel tempo. “Le critiche di queste ore – scrivono – sono fondate su una ricostruzione distorta e falsificata. D’Elia ha intrapreso, fin dagli anni Ottanta, un percorso di dissociazione dal terrorismo culminato nella consegna dell’organizzazione ‘Prima Linea’ al Partito Radicale, con parole che ancora oggi risuonano di impegno civile e speranza”.
Il comunicato ricorda anche il ruolo centrale di Maria Teresa di Lascia, compagna di D’Elia e figura simbolica del radicalismo pugliese, che insieme a lui e a Marco Pannella fondò nel 1993 l’associazione Nessuno Tocchi Caino. “Una realtà – scrivono i tre firmatari – che da trent’anni lotta per i diritti umani e contro la pena di morte. Il nome stesso dell’associazione è ispirato alla Bibbia, a quel passo in cui Dio pone un segno su Caino perché nessuno lo colpisca: giustizia, sì, ma senza vendetta”.
Rinaldi, Manzi e Guerriero invitano i partecipanti all’incontro di domani a guardare con apertura a una testimonianza che, pur nata da un passato doloroso, rappresenta oggi una possibilità concreta di riscatto e di impegno etico. “Il cammino umano è fatto anche di errori – concludono – ma è proprio nella capacità di riconoscerli e superarli che si fonda il senso più autentico della democrazia e della giustizia”.
L’appuntamento di lunedì all’Università di Foggia si preannuncia così come una occasione per ragionare non solo sulla memoria e sulle ferite del terrorismo, ma anche sulla possibilità – spesso negata – di rinascita e di costruzione di un futuro diverso attraverso la nonviolenza.