Un episodio grave e inquietante scuote Mattinata, dove un cane corso di sei anni, Argo, è stato avvelenato all’interno di un terreno privato. A denunciarlo è il proprietario, Matteo Rinaldi, che ha segnalato la vicenda alle forze dell’ordine e ha deciso di rivolgersi al nostro giornale per portare l’accaduto all’attenzione dell’opinione pubblica.
Le minacce prima dell’avvelenamento
Il fatto è avvenuto lunedì 10 marzo 2025, quando Rinaldi ha ritrovato il suo cane privo di vita nella sua proprietà. La morte di Argo non è stata un tragico caso isolato, ma, secondo il proprietario, il risultato di minacce ricevute nelle settimane precedenti. Rinaldi riferisce di aver subito pesanti intimidazioni da parte di un partecipante alle attività dell’associazione “Mattinata a Cavallo”, il quale si sarebbe lamentato dell’abbaiare del cane durante il passaggio dei cavalli e avrebbe promesso ritorsioni.
“Argo è stato ucciso nella maniera più vile, solo perché abbaiava”, denuncia Rinaldi, che non nasconde l’amarezza e l’indignazione per quanto accaduto. “Siamo nel 2025 e certe situazioni non dovrebbero più esistere, ma purtroppo nel Gargano dobbiamo ancora fare i conti con episodi di questo genere”.
La denuncia e il contesto
Il proprietario ha già sporto denuncia presso le autorità competenti, ma vuole anche sensibilizzare la cittadinanza sul clima di tensione che si respira in paese. “Questi episodi hanno un carattere mafioso e delinquenziale. I cittadini si trovano costretti a legare i propri cani all’interno di una proprietà privata per evitare ritorsioni, eppure le minacce sono state seguite dai fatti”.
Nel suo appello, Rinaldi evidenzia anche il problema del transito dei cavalli su strada pubblica, che avverrebbe senza il rispetto delle normative vigenti. Secondo lui, le attività equestri dell’associazione “Mattinata a Cavallo” dovrebbero svolgersi lungo sentieri di campagna, evitando di creare disagi alla popolazione e di generare tensioni come quella che ha portato alla morte di Argo.
“Per il diletto di pochi vengono intaccati i diritti di molti cittadini”, conclude Rinaldi, chiedendo che si faccia luce sull’episodio e che venga garantito il rispetto delle regole per evitare il ripetersi di situazioni simili.