Il carcere di Foggia è ormai al limite del collasso, con 642 detenuti stipati in una struttura progettata per ospitarne 300. Un sovraffollamento del 210%, che rende le condizioni di detenzione disumane e insostenibili, come denunciato dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE).
Oltre alla carenza di spazi, la struttura è in emergenza anche per la mancanza di letti e materassi, mentre continuano ad arrivare nuovi detenuti senza alcun intervento per alleggerire la pressione su un carcere già saturo. “Se continua così – denuncia Federico Pilagatti, segretario nazionale del SAPPE – si dovranno ospitare i detenuti per terra”.
Sovraffollamento record e gestione fallimentare
A livello nazionale, il tasso medio di sovraffollamento è inferiore al 130%, ma in Puglia la situazione è ben più grave, con una media regionale che tocca il 165% e Foggia in cima alla classifica. Questo anche a causa della chiusura della sezione reclusione, che ha ulteriormente ridotto i posti disponibili.
“La gestione dei detenuti nella nostra regione è semplicemente sbagliata – accusa Pilagatti –. Se il sovraffollamento medio in Italia è sotto il 130%, come mai in Puglia si arriva al 165%? Perché Foggia è stata trasformata in una scatola di sardine, riempiendola di detenuti pericolosi, difficili da gestire e già autori di violenze contro poliziotti e altri detenuti? E soprattutto, perché le richieste di trasferimento di questi soggetti vengono ignorate, alimentando solo paura e tensioni?”.
Detenuti ammassati e polizia penitenziaria sotto pressione
Il SAPPE denuncia anche la totale assenza di interventi per migliorare la gestione della popolazione carceraria. “Non si può garantire dignità e rieducazione ai detenuti se i diritti minimi vengono negati”, continua Pilagatti.
Un altro punto critico è il mancato trasferimento dei detenuti più pericolosi, che alimentano clima di violenza e tensione all’interno del carcere. “Le norme ci sono – spiega il sindacato – e prevedono carcere più duro e trasferimenti immediati per chi fomenta disordini. Eppure, questi soggetti rimangono a Foggia, rendendo impossibile la gestione quotidiana della struttura”.
Foggia, il carcere dell’evasione di massa più clamorosa d’Italia
Il carcere di Foggia è già tristemente noto per aver registrato la più grande evasione di massa mai avvenuta in un paese civile, con 74 detenuti fuggiti nel 2020. Eppure, denuncia il SAPPE, nessuno ha pagato per quell’episodio e la situazione della casa circondariale continua a peggiorare.
“Oggi il rischio di rivolte, aggressioni e tentativi di evasione è più alto che mai – avverte Pilagatti –. Il personale penitenziario continua a subire attacchi, a sequestrare droga e telefonini con operazioni continue, eppure nessuno sembra voler affrontare davvero il problema”.
Il SAPPE chiede interventi urgenti, denunciando la totale assenza di risposte da parte delle istituzioni: “Speriamo non serva una tragedia per far muovere qualcuno. Il carcere di Foggia è fuori controllo e se non ci saranno interventi immediati, la situazione rischia di precipitare”.