La Corte di Cassazione ha confermato le condanne in appello per Giuseppe De Benedictis, ex gip del tribunale di Bari, e Giancarlo Chiariello, ex avvocato penalista, chiudendo definitivamente il processo sulla corruzione in atti giudiziari che nel 2021 li aveva portati entrambi in carcere. Il primo dovrà scontare sette anni, il secondo sei, con la prospettiva concreta di tornare dietro le sbarre.
La Suprema Corte ha invece parzialmente accolto il ricorso di Alberto Chiariello, figlio di Giancarlo, annullando senza rinvio la condanna per due capi d’imputazione e disponendo un nuovo giudizio d’appello per la determinazione della pena relativa al terzo.
Il patto corruttivo e le tangenti
Secondo l’accusa, l’accordo illecito tra De Benedictis e Chiariello ruotava attorno al pagamento di tangenti per ottenere decisioni favorevoli nei confronti di alcuni clienti dell’ex penalista. Tuttavia, la Cassazione ha escluso che il meccanismo corruttivo fosse finalizzato a favorire la mafia, ribaltando così un elemento chiave della ricostruzione della procura di Lecce.
L’ex magistrato si trova già in detenzione domiciliare per motivi di salute, avendo accumulato una condanna definitiva a nove anni per un’altra vicenda: la scoperta di un arsenale di armi nella sua disponibilità. Giancarlo Chiariello, invece, al momento è libero, ma con la conferma della condanna rischia di tornare in carcere.
Il processo e le condanne
In primo grado, De Benedictis e Chiariello erano stati condannati a nove anni e otto mesi con rito abbreviato, sulla base delle indagini coordinate dai pm di Lecce Roberta Licci e Alessandro Prontera. Il figlio Alberto Chiariello era stato ritenuto il tramite del patto corruttivo, ma la Cassazione ha ridimensionato il suo coinvolgimento. Ora la Corte d’appello di Lecce, in diversa composizione, dovrà ridefinire la sua pena per un solo episodio, legato al presunto ruolo di mediatore con un altro avvocato foggiano, uscito dal processo con un’assoluzione.
Le altre vicende giudiziarie
L’ex penalista ha ancora diversi procedimenti in corso. A Bari è sotto processo per reati fiscali, mentre è coinvolto in un procedimento di prevenzione patrimoniale, con il rischio di ingenti sequestri milionari. Nonostante abbia superato i 70 anni, potrebbe essere destinato a un periodo di detenzione prima di un’eventuale concessione dei domiciliari.
Con la decisione della Cassazione, la vicenda giudiziaria per De Benedictis e Chiariello si chiude definitivamente, confermando la loro colpevolezza e aprendo nuovi scenari sulla loro esecuzione della pena.