Si è concluso con una riduzione di pena il processo d’Appello a carico di Roberto Braccio, il 33enne arrestato per aver aggredito una guardia giurata all’interno del Pronto soccorso del Policlinico Riuniti di Foggia.
In primo grado, l’uomo era stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, ma i giudici della Corte d’Appello hanno rivisto la sentenza, abbassando la pena a otto mesi.
La vicenda e la versione dell’imputato
L’episodio risale a quando Braccio si trovava in ospedale con il padre, colpito da infarto in atto e in attesa di assistenza in codice rosso. In un momento di tensione, avrebbe aggredito una guardia giurata, colpendola sul volto e facendola cadere a terra.
Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe prima minacciato l’addetto alla sicurezza, pronunciando frasi come “Ti taglio la testa” e “Ti sfracano”, per poi passare all’aggressione fisica. Il tutto sarebbe avvenuto nel momento in cui la guardia chiudeva la porta d’ingresso barellati del 118, un’azione eseguita per garantire la privacy dei pazienti in triage.
Braccio, assistito dall’avvocata Manuela Alessandra La Cava, ha ammesso le proprie responsabilità, spiegando però di aver agito d’istinto e in un momento di forte concitazione, dopo aver visto il padre in difficoltà e aver appreso che al triage in quel momento non c’erano medici.
Dalla direttissima alla sentenza d’Appello
Dopo l’arresto, Braccio era stato sottoposto a giudizio direttissimo, conclusosi con la concessione degli arresti domiciliari nonostante la richiesta della procura di custodia cautelare in carcere.
Il processo di primo grado si era poi chiuso con una condanna a un anno e quattro mesi di reclusione, riconoscendo la gravità dei fatti. Tuttavia, il ricorso in Appello ha portato a una riduzione della pena a otto mesi, ritenendo più lieve il quadro complessivo della vicenda.
Le motivazioni della riduzione
La Corte d’Appello ha rimodulato la sentenza, ritenendo che le circostanze dell’aggressione e la reazione emotiva dell’imputato abbiano avuto un ruolo nella dinamica dei fatti.
Con questa sentenza, la pena inflitta a Braccio è stata quasi dimezzata, mentre resta fermo il riconoscimento delle sue responsabilità per quanto accaduto al Pronto soccorso del Policlinico Riuniti.