La provincia di Foggia è tra le aree più colpite dalla crisi idrica che sta investendo la Puglia. Gli invasi del Tavoliere, già in grave sofferenza, hanno accumulato solo 43 milioni di metri cubi d’acqua dall’inizio dell’annata idrologica, iniziata a dicembre. Un dato allarmante se si considera che lo scorso anno, pur con quasi 100 miliardi di litri in più, non si riuscì comunque a garantire l’irrigazione durante l’estate più calda della storia. La situazione si è aggravata ulteriormente, con livelli di raccolta drasticamente inferiori alla capacità massima di invasamento delle dighe della Capitanata, che ammonta a 331,9 milioni di metri cubi. Al 10 marzo 2025, le riserve si fermano a soli 78 milioni di metri cubi, quasi 100 milioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2024.
Se nelle prossime settimane non arriveranno piogge abbondanti, il settore agricolo foggiano rischia il collasso. Senza acqua per l’irrigazione, intere colture andranno perdute, con effetti devastanti per un comparto già messo a dura prova dalla siccità del 2024. Lo scorso anno, infatti, i raccolti si erano dimezzati per ciliegie, grano, olive e miele, mentre il foraggio nei pascoli era quasi scomparso, facendo impennare i costi di allevamento. Il 2025 rischia di essere ancora peggiore, con conseguenze anche per l’approvvigionamento di acqua potabile.
La Puglia è la regione italiana con la minor piovosità annua – appena 640 millimetri medi – e una disponibilità pro capite di acqua inferiore alla metà della media nazionale. A Foggia, l’agricoltura è il cuore pulsante dell’economia, ma senza un’inversione di tendenza, il futuro appare sempre più incerto. Coldiretti Puglia ha lanciato l’allarme, chiedendo un piano strutturale per la gestione delle risorse idriche e interventi mirati per affrontare la siccità. Tra le possibili soluzioni, il riutilizzo delle acque reflue per l’irrigazione, reso possibile grazie a una modifica normativa promossa dal consigliere regionale Antonio Tutolo. Il nuovo regolamento consente di impiegare, per tutto l’anno, le acque di vegetazione dei frantoi oleari, particolarmente ricche di fosforo e potassio, come fertilizzante naturale per i terreni agricoli.
Secondo Coldiretti, questa misura potrebbe rappresentare un passo avanti nella lotta alla siccità, riducendo il consumo di concimi chimici e valorizzando una risorsa idrica spesso sottovalutata. Ma senza una strategia complessiva e investimenti in nuove infrastrutture per la raccolta e la distribuzione dell’acqua, il rischio di un’estate 2025 drammatica per la provincia di Foggia resta altissimo.