Nuova tegola per Roberto Sinesi, 62enne boss foggiano detto “Lo zio”, capo indiscusso del clan Sinesi-Francavilla. Il noto mafioso è stato condannato dal giudice Ferraro di Bari a 16 anni di reclusione, rito abbreviato, per il tentato omicidio di Vito Bruno Lanza detto “U’ Lepre”, membro di vertice del clan Moretti-Pellegrino-Lanza e storico braccio destro del boss Rocco “il porco” Moretti. Il giudice ha inoltre condannato a 10 anni di carcere Sergio Ragno, fedelissimo dei Sinesi, spesso con il ruolo di autista per la sua abilità alla guida. Infine, 4 anni e 4 mesi a Giuseppe Francavilla alias “Pino Capellone”, da alcuni mesi collaboratore di giustizia. Motivazioni della sentenza tra 30 giorni.
Sinesi e Ragno, arrestati per questa vicenda a maggio scorso, erano accusati dei reati, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa, di detenzione e porto illegale di armi, ricettazione e concorso nel tentato omicidio di Lanza commesso a Foggia il 17 ottobre 2015.
Le indagini, condotte dalla squadra mobile della Questura di Foggia e dai carabinieri dal Nucleo Investigativo di Foggia e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, consentirono di delineare, anche grazie al contributo dei pentiti, le responsabilità nel tentato omicidio degli imputati, indiziati di essere rispettivamente il mandante dell’agguato (Sinesi) e l’autista dell’auto (Ragno) – provento di furto – utilizzata per raggiungere il luogo del ferimento unitamente ai due esecutori materiali, Luigi Biscotti e Ciro Spinelli, già condannati in via definitiva rispettivamente a 6 e 8 anni. Francavilla avrebbe messo a disposizione un suo uomo, Ragno e fornito un’arma.
L’agguato a Lanza, sopravvissuto per miracolo, sarebbe riconducibile alla contrapposizione armata sorta all’interno della “Società Foggiana” tra la batteria Sinesi-Francavilla e la batteria Moretti-Pellegrino-Lanza, spesso in contrasto per il controllo criminale del territorio.
La condanna in primo grado a 16 anni per Sinesi rappresenta un colpo mortifero per “Lo zio” della mafia foggiana, da tempo detenuto al 41bis. Il boss, infatti, sta già scontando 26 anni per tre condanne definitive inflitte nei processi “Saturno” e “Decima Azione” e nel processo per possesso di un’arma con cui rispose al fuoco nell’agguato ai suoi danni del 6 settembre 2016 quando rimase ferito insieme al nipotino.