È realtà l’Osservatorio Mafia della città di Foggia. A Palazzo Dogana, in una sala giunta gremita, si è tenuta la presentazione ufficiale del rapporto, periodo analizzato giugno 2023-giugno 2024. L’iniziativa, istituita nell’ambito delle attività della Consulta Provinciale per la Legalità, ha un chiaro obiettivo: rafforzare il livello di informazione e consapevolezza della comunità locale sul fenomeno, attraverso l’analisi di articoli giornalistici e documenti ufficiali.
L’Osservatorio è nato grazie alla collaborazione preziosa del Csv Foggia con l’Università di Salerno per monitorare, analizzare e contrastare il fenomeno criminale nella terra della “Quarta Mafia”. Fondamentale il sostegno di Marcello Ravveduto, docente UniSa, che lanciò l’idea il 5 dicembre 2023.
L’evento, moderato sapientemente dalla giornalista Annalisa Graziano, ha visto grandi protagoniste le volontarie del Servizio Civile Digitale del Csv Foggia, Maria Lorenza Vitrani e Laura Picoi, che hanno condotto l’analisi insieme ai colleghi Emanuele Simone e Laura Leone. Con loro al tavolo dei relatori Maria Chiara Calò, ricercatrice dell’Università “Federico II”, Valentina D’Auria, ricercatrice dell’Università di Salerno e Silvio Guarriello, magistrato della Procura di Foggia. Ente Provincia rappresentato dal consigliere Dal Maso.
Calò ha ricordato brevemente il lavoro di analisi: “Abbiamo ricostruito le compagini mafiose da Cutolo fino ai giorni nostri con uno sguardo attento al territorio”. Nel report figurano varie sezioni e approfondimenti: la ricostruzione dei clan, gli assetti, la cronaca giudiziaria riguardante in particolare il processo “Decimabis”, le alleanze tra boss, i core business delle organizzazioni mafiose (estorsioni e droga) e la crescita esponenziale di collaboratori di giustizia.
D’Auria si è soffermata sul tema “mafia e social”; oggi, infatti, il consenso dei clan corre soprattutto su TikTok. “Ci siamo mossi attraverso hashtag come ‘carcere’, ’41bis’ e ‘domiciliari’. Ci hanno aperto un mondo complesso e stratificato; abbiamo notato che c’è anche tanta gente che scimmiotta o è attratta da certi stili di vita”. Dal web sono emersi video sulla fedeltà ai clan, sugli ‘uomini d’onore’ e ‘patti di sangue’, ma anche molte immagini evocative: le catene, il leone o la goccia di sangue. “La mafia ha adattato la comunicazione ai social. A noi ci ha interessato il modo come viene diffuso un certo messaggio”.
Guarriello ha evidenziato il ruolo fondamentale dei giornalisti locali i cui articoli sono confluiti nel primo rapporto: “Spesso lavorano senza protezione”, ha evidenziato il magistrato che ha poi sottolineato l’importanza del lavoro di analisi svolto dagli autori e dalle autrici del report.
Infine, gli interventi delle rappresentanti di “Libera”, l’associazione antimafia di don Ciotti, Federica Bianchi e Daniela Marcone. Quest’ultima, figlia della vittima di mafia, Francesco Marcone, ha acceso i fari sulla “zona grigia” di Foggia, presente, silente, ma poco scandagliata. “C’è ancora una parte di città silenziosa. Auspico una collaborazione maggiore accanto a forze dell’ordine e magistratura”.
I ragazzi del Servizio Civile Digitale del Csv Foggia sono già al lavoro per il futuro dell’Osservatorio, ma espanderanno il loro impegno anche in altri settori. Mapperanno le realtà del volontariato presenti in Capitanata. +++ Qui il rapporto completo +++