Francesco Scirpoli è rimasto solo o è passato dall’altra parte? Il boss di Mattinata, 42 anni, detto “Il lungo” per la sua stazza, è ormai l’unico dei pregiudicati mattinatesi a non essersi pentito. Scirpoli, ritenuto al vertice del clan mafioso garganico Lombardi-Scirpoli-Raduano, sta scontando circa 9 anni definitivi per l’assalto ad un blindato a Bollate nel Milanese, un colpo da 5 milioni, ed è sotto processo in “Ariete” per la tentata rapina ad un altro portavalori e soprattutto in “Omnia Nostra”, il maxi processo alla sua organizzazione criminale. Proprio in seguito all’operazione “Omnia Nostra” del dicembre 2021 hanno deciso di collaborare con la giustizia tutti i suoi ex “compari” mattinatesi: inizialmente i fratelli Antonio e Andrea Quitadamo detti “Baffino” e più di recente Francesco Notarangelo alias “Natale”. Sempre nello stesso clan hanno chiuso la carriera criminale iniziando a parlare con gli inquirenti, i viestani Marco Raduano detto “Pallone” (ex boss), Danilo Della Malva detto “U’ Meticcio”, Orazio Coda detto “Balboa”, Giovanni Suriano detto “Lupin”, Liberantonio Azzarone detto “Antony”, Giuseppe Della Malva (padre di Danilo) e il manfredoniano Antonio La Selva detto “Tarzan”.
Silenzio tombale da Scirpoli, carismatico leader criminale dell’organizzazione. Il suo nome comparve già 20 anni fa, con posizione marginale, nelle carte di “Iscaro-Saburo”, mega inchiesta contro la mafia garganica. In seguito, e per diverso tempo, è stato braccio destro di Mario Luciano Romito, il boss di Manfredonia ucciso nella strage di San Marco del 2017 oltre che riferimento del clan a Mattinata insieme a Francesco Pio Gentile detto “Passaguai”, ammazzato il 21 marzo 2019.
I pentiti indicano Scirpoli come personaggio apicale dell’organizzazione, tra i più abili a mantenere contatti e alleanze. Anche Raduano ha confermato il ruolo di vertice del mattinatese: “Io so di un parcheggio a ridosso di una spiaggia dove più volte mi sono incontrato con Scirpoli, dove lui stesso mi ha confidato che il parcheggio era suo e che in pratica anche della spiaggia, aveva la disponibilità anche del lido, mi ha detto un termine: ‘Qua è tutta roba mia’, ecco”.
Tra i feudi del clan c’è l’area tra Vieste e Mattinata dove spesso Raduano e Scirpoli si incontravano a metà strada o in masserie nella disponibilità dei boss: “Vi posso dire che l’area fra Vieste e Mattinata interna è quasi controllata da noi, sì, parliamo di centinaia di ettari. A seguito del mio tentativo di omicidio mi sono incontrato con lui per fare subito la strategia degli omicidi, per dare una risposta al mio tentato omicidio e mi sono incontrato presso la masseria nelle nostre disponibilità”.
Gli appuntamenti tra Raduano e Scirpoli sarebbero stati organizzati grazie a persone di fiducia o, addirittura, attraverso un ex carabiniere in pensione: “Avevamo tante persone di fiducia dove lui per esempio mi mandava qualche soggetto di fiducia da lui… da qualche persona di Mattinata e fissavamo questi appuntamenti. Uno di questi era un ex carabiniere in pensione che diciamo serviva per queste cose. Un ex carabiniere, sì, la persona che era vicina al gruppo ed è stato fermato con noi quel giorno per il controllo”.
Inquietanti i riferimenti alle forze dell’ordine. Già in “Omnia Nostra” emerse la figura di “Matteo il poliziotto” del commissariato di Manfredonia che avrebbe fornito soffiate proprio a Scirpoli su arresti e perquisizioni in cambio di pesci o altri favori. Queste le parole di Scirpoli intercettate dagli investigatori dopo alcune perquisizioni: “Mò gli ho portato un poco di pesce… Manfredonia non sapeva niente sennò io lo sapevo tu lo sai, quello me lo dice a me… Matteo è un uomo, ora quando è… è”.
Possibile vicinanza ai montanari e quel cordoglio per Frattaruolo
L’assoluto silenzio di Scirpoli, l’unico a non pentirsi del suo gruppo mattinatese, alimenta qualche dubbio. E se fosse passato dalla parte dei rivali montanari Li Bergolis-Miucci? D’altronde ai tempi di “Iscaro-Saburo” le due organizzazioni criminali erano una cosa sola. Nello storico clan nato a Monte Sant’Angelo, infatti, non c’è l’ombra di un pentito. Unione e compattezza, abbinati al forte familismo, fanno dei montanari un gruppo mafioso compatto e impenetrabile. Il sospetto su un possibile avvicinamento del “Lungo” ai Li Bergolis sarebbe dettato anche da un singolare episodio del 2023. La famiglia di Scirpoli si unì al cordoglio, con tanto di manifesti funebri, per la morte di Antonio Frattaruolo, fratello di Libero Frattaruolo detto “Ruscett”, uomo di peso del clan dei montanari.