Il grande palazzone del Cep di Foggia dove aveva sede la terza circoscrizione è destinatario di un co-finanziamento Pnrr per dei lavori di recupero e rifunzionalizzazione dell’immobile pari a 3,3 milioni di euro.
L’investimento incluso nella misura contro l’emarginazione e il degrado sociale è stato ad oggi realizzato per meno del 13 per cento per un totale di 258mila euro, spesi per lavori stradali nella piazza.
Dal 2018 quello stabile, per volontà dell’allora amministrazione Landella, diventò un contenitore abitativo per le famiglie in difficoltà, sfrattate o senza casa. In origine, dopo alcuni lavori di sistemazione realizzati dall’azienda che aveva la manutenzione degli immobili comunali, furono accolte in case di fortuna 15 famiglie. Oggi ne sono rimaste 7, che vivono in locali un tempo adibiti a uffici con grandi finestre e soffitti altissimi.
Da qualche mese però le famiglie vivono nell’ansia, ricevono continuamente visite da tecnici, geometri. Si susseguono i sopralluoghi. Antonietta Cavalieri madre di un ragazzo con disabilità e Patrizia Stanco, anche lei fragile, si sono rivolte all’ingegner Giovanni Quarato, consigliere comunale e presidente della Commissione Ambiente e Territorio. Le notizie non sono rassicuranti perché le famiglie potrebbero essere traslate in un nuovo posto fino all’ultimazione dei lavori.
“Di tanto in tanto vengono e ci dicono che realizzeranno 3 appartamenti per ogni piano. Questo palazzo non viene mai segnalato. Non ha la stessa attenzione che è stata riservata all’ex distretto. È stato dichiarato inagibile, ma noi continuiamo ad abitarci con mille disagi. Tante persone ammalate o aggravate, per l’assenza di uno spazio esterno, di balconi”, spiegano le donne.
Dal 2018 tutte le famiglie, oggi sostenute a livello sindacale da Saverio Cassitti, non hanno mai ricevuto un decreto di assegnazione, sono ancora tutte indicate come situazioni emergenziali, temporanee. Tanto è vero che nessuno ha potuto mai fare allacci energetici. Le utenze sono tutte comunali.
“L’ex presidente di Arca Capitanata, l’avvocato Denny Pascarella ci disse che il palazzo non era neppure mappato nel patrimonio Arca. Prima eravamo tutti in graduatoria, ma oggi solo 4 famiglie sono rientrate nella nuova graduatoria. Vorremmo sapere cosa ne sarà di noi, se saremo trasferiti. Dopo tanti anni abbiamo diritto ad un decreto di assegnazione. Non possiamo vivere abbandonati in un palazzo fantasma”.
Sulla questione l’ingegner Quarato è netto. La ditta appaltatrice deve ancora presentare il progetto esecutivo e deve ancora decidere quanti appartamenti ricavare dagli uffici.
“Le attuali abitazioni hanno stanze molto grandi, i bagni inidonei. Serviranno ancora alcuni mesi. Non abbiamo ancora deciso se le famiglie potranno continuare a vivere lì o se sarà necessario trasferirle. Non tutte hanno situazioni chiare”.
Una volta realizzati gli appartamenti non è detto che tutti gli attuali occupanti possano rientrare in quelle abitazioni. Alcune posizioni andranno sanate.
Quarato assicura però che non ci saranno soluzioni estemporanee alloggiative in hotel come nel passato. I lavori come nel piano Pnrr dovranno essere ultimati entro il 2026. E per la primavera del 2025 il pentastellato conta di poter dare avvio con tutta l’amministrazione del campo largo della sindaca Maria Aida Episcopo ad un nuovo iter per una nuova graduatoria per l’assegnazione di case popolari.