Un nuovo episodio di rivolta sconvolge il penitenziario foggiano. Il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, SAPPE, lancia un grido d’allarme sulle condizioni sempre più critiche del carcere di Foggia. L’ultima violenta protesta, avvenuta nella notte tra sabato e domenica, ha visto i detenuti scardinare cancelli, lanciare oggetti contundenti contro gli agenti (anche letti in ferro e carrelli di acciaio) e seminare il caos all’interno della struttura. Una vera e propria rivolta che stava per sfociare in un tentativo di fuga dai reparti, scongiurato in extremis.
Un sistema al collasso.
Secondo Federico Pilagatti, segretario regionale del SAPPE, la situazione è ormai insostenibile. “L’arroganza e il disprezzo delle regole sono diventati pane quotidiano per i detenuti”, denuncia Pilagatti. “La colpa è di un’amministrazione penitenziaria che lascia impuniti i colpevoli di tali azioni e mantiene il carcere sovraffollato”.
Le cause di questa escalation di violenza sono molteplici: sovraffollamento: Il carcere di Foggia ospita circa 700 detenuti, ben oltre la sua capienza. Mancanza di personale: Gli agenti di polizia penitenziaria sono sottodimensionati e costretti a lavorare in condizioni di estrema difficoltà. Impunità: I detenuti, consapevoli di non subire adeguate sanzioni, si sentono autorizzati a compiere atti di violenza.
Un appello disperato
Il SAPPE chiede con forza un intervento immediato da parte delle istituzioni. “Il ministro Nordio, i sottosegretari Ostellari e Delmastro sono a conoscenza della situazione, ma non agiscono”, tuona Pilagatti. “È necessario applicare con rigore le norme esistenti, come l’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede il carcere duro per i detenuti più pericolosi”.
Il sindacato annuncia inoltre la possibilità di organizzare forme di protesta sempre più dure, come già fatto dai colleghi francesi. “Non possiamo più tollerare questa situazione”, conclude Pilagatti. “La vita dei nostri agenti e la sicurezza delle carceri sono in gioco”.
Un problema nazionale
Il caso del carcere di Foggia è solo la punta dell’iceberg. La violenza nelle carceri italiane è in costante aumento, come dimostrano i dati forniti dal SAPPE: nel 2023 si sono registrati oltre 1.700 casi di violenza e oltre 8.000 atti di minaccia.
È urgente un cambio di rotta. Serve un piano serio e concreto per riportare l’ordine nelle carceri italiane e garantire la sicurezza di detenuti e operatori.