“Io so soltanto una cosa, il giorno prima che succedesse quel maledetto fatto, l’ho vista è l’ho presa in giro: ‘Nata’, è proprio bello vederti camminare proprio senza niente. Senza stampelle, senza niente. Camminava bene, normale. Il giorno dopo vengo a sapere questa cosa…”. E’ la testimonianza raccolta da Tommaso Mattei, inviato del programma di Salvo Sottile Far West (Rai3), tornato sul caso dopo il polverone generato dalle parole del direttore generale del Policlinico “Riuniti” di Foggia, Giuseppe Pasqualone, che ha sottolineato gli errori di comunicazione di alcuni medici, dando ragione su questo alla famiglia di Natasha Pugliese.
Il testimone, secondo quanto riportato dalla trasmissione, sarebbe un parente di una “compagna di stanza di Natasha”, la quale avrebbe dovuto subire lo stesso intervento della giovane di Cerignola deceduta in sala operatoria, per via di una “stenosi dovuta alla tracheotomia” subita.
“Non ho capito questo fatto, che l’hanno portata come dicono loro in urgenza. Ma quale urgenza – dice l’uomo -, io l’ho vista bene”. Poi un “dettaglio inquietante” nel racconto raccolto dal giornalista: “Doveva andare mia figlia a fare questa operazione, fatto sta che siccome aveva fame il ragazzo ha detto va bene allora mangia. A quel punto è arrivata l’infermiera e ha detto ‘perché mangi? Domani devi fare l’operazione. E allora Natasha ha detto ‘falla a me l’operazione che io non ho mangiato niente”.