Il Consiglio Regionale della Basilicata si riunirà il 22 ottobre per discutere esclusivamente della grave situazione dello stabilimento Stellantis di Melfi e del suo indotto. La convocazione, annunciata dall’ufficio stampa dell’assemblea, è in risposta alle crescenti preoccupazioni sulla crisi produttiva e occupazionale che affligge la fabbrica. Durante l’incontro, si prevede anche l’esame di interrogazioni e interpellanze riguardanti la situazione attuale. Oggi a Roma circa 20mila persone sono scesa in piazza per la manifestazione nazionale di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil. Il numero è stato comunicato dagli organizzatori dal palco in piazza del Popolo.
Il deputato del Partito Democratico, Enzo Amendola, ha espresso il suo supporto per gli operai in lotta, sottolineando l’urgenza di garanzie sul futuro dello stabilimento e dei lavoratori, in particolare nel Mezzogiorno, dove il rischio di una “bomba sociale” è concreto. “Dopo l’audizione di Tavares in Parlamento, la preoccupazione aumenta,” ha commentato su X, riferendosi alla situazione di incertezza che circonda l’industria automobilistica.
Nel frattempo, il gruppo consiliare provinciale del PD di Foggia sta prendendo iniziative concrete per sostenere i lavoratori. È prevista la creazione di un tavolo tecnico permanente, che riunirà sindacati, enti, istituzioni e associazioni di categoria, con l’obiettivo di tutelare i livelli occupazionali e sensibilizzare le istituzioni sul supporto necessario per i lavoratori dell’indotto, molti dei quali provengono dalla provincia di Foggia.
Attualmente, lo stabilimento di Melfi, con oltre 8.400 dipendenti di cui il 30% provenienti dalla Puglia, sta affrontando un calo della produzione del 60%. Durante la settimana dal 14 al 18 ottobre, l’attività produttiva è stata completamente sospesa, costringendo l’azienda a ricorrere agli ammortizzatori sociali, pratica ormai consolidata. La UILM di Potenza ha riferito che il 50% delle aziende dell’indotto non ha commesse e non può accedere agli ammortizzatori, aggravando la crisi.
Negli ultimi mesi, il numero degli operai in esubero ha raggiunto dimensioni preoccupanti, con 2.000 lavoratori che hanno lasciato il posto di lavoro attraverso uscite incentivato. Il crollo della produzione si inserisce in un contesto di transizione verso la mobilità elettrica, che ha colpito duramente le fabbriche tradizionali.
Mentre Stellantis continua a interrompere la produzione, il Governo, che ha riconosciuto Melfi come Area di crisi industriale complessa, non ha ancora erogato i 20 milioni di euro promessi per la riconversione e il rilancio delle attività collegate alla nuova mobilità. Se la crisi non verrà affrontata con urgenza, le conseguenze potrebbero essere devastanti per l’intera economia della Capitanata e per i comuni delle aree interne, già vulnerabili e a rischio spopolamento. “I licenziamenti toccheranno, inevitabilmente, anche gli oltre 2 mila operai che arrivano dalla Puglia, circa un migliaio dalla sola Capitanata – spiegano dal gruppo –. Uomini e donne che, partendo da Foggia, da Troia, Orta Nova, Orsara, Deliceto, Rocchetta, Carapelle, Stornara, Accadia, si recano, ogni giorno, in fabbrica, per lavorare”.
Il gruppo consiliare provinciale del PD, guidato da Leonardo Cavalieri, Emilio Di Pumpo, Giuseppe Mangiacotti e Anna Rita Palmieri, è determinato a non rimanere in silenzio di fronte a questa emergenza. Le prossime settimane saranno cruciali per il futuro di Melfi e dei suoi lavoratori.
M5S deposita mozione per sollecitare apertura di un tavolo interregionale
“Da mesi il MoVimento 5 Stelle è impegnato a tutti i livelli per affrontare la crisi dell’automotive e ciò che sta accadendo alla produzione automobilistica del gruppo Stellantis in Italia. Lo stabilimento di San Nicola di Melfi e le aziende dell’indotto impiegano centinaia di lavoratori pugliesi, per questo non possiamo restare a guardare”. Lo dichiarano i consiglieri del M5S Marco Galante (capogruppo), Rosa Barone, Cristian Casili e Grazia Di Bari che hanno depositato una mozione per chiedere alla Giunta di avviare un confronto istituzionale con il Governo per sollecitare l’apertura di un tavolo interregionale per prendere concreti provvedimenti per la tutela dei lavoratori del comparto automobilistico, in particolare prendendo realmente in carico la crisi Stellantis e costruendo una strategia a medio-lungo termine per competitività dell’intera filiera
“In Italia – dichiarano i pentastellati – le imprese dell’automotive risultano essere complessivamente 5.500, contando oltre 1 milione e 200 mila addetti. La crisi produttiva del settore automobilistico ha coinvolto tutto il comparto con centinaia di aziende costrette a chiudere. Oggi i lavoratori dell’automotive sono scesi in piazza a Roma, e solo nel barese sono 5000 i posti a rischio. La situazione del gruppo Stellantis in Italia continua a destare preoccupazioni, con una continua e significativa riduzione del personale e della produzione sul territorio nazionale che ha portato all’utilizzo costante di ammortizzatori sociali, nonché a proposte di trasferimento degli operai nelle sedi site nell’Est Europa. Tutto ciò ha avuto notevoli ricadute anche sulle realtà a noi vicine come Melfi e Termoli. Il gruppo Stellantis ha comunque chiuso il bilancio del 2023 con un utile netto di 18,6 miliardi di euro, creando uno squilibrio tra i profitti globali del gruppo e la profonda crisi occupazionale in Italia nel medesimo settore. Le novità normative introdotte in ambito europeo riguardano l’evoluzione tecnologica dell’elettrico, delle batterie di ricarica e dei circuiti, che, assieme alle nuove esigenze di mobilità dei cittadini, impongono alle grandi aziende automobilistiche l’avvio pressoché immediato di un processo di profonda trasformazione del loro assetto produttivo e di conseguenza dell’intera filiera distributiva. Attualmente il parco veicoli italiano è tra i più obsoleti ed inquinanti d’Europa e urge un’azione atta a svecchiare lo stesso e a migliorare le infrastrutture a favore di una mobilità sostenibile. Sul modello del lavoro già fatto dai colleghi in Parlamento, il Movimento 5 Stelle sta presentando mozioni in tutte le Regioni per sollecitare il governo Meloni a prendere provvedimenti concreti. Per affrontare con nuove prospettive la crisi dell’automotive in Italia, è necessario un cambio di passo” .