In un’atmosfera carica di emozione, l’Ufficio Immigrazione della Questura di Foggia ha vissuto un momento indimenticabile. Una giovane donna di 30 anni, presentatasi per richiedere protezione internazionale, ha innescato una catena di eventi che ha portato a un commovente ricongiungimento familiare.
Mentre gli agenti, con l’aiuto di una mediatrice culturale, approfondivano la sua storia, la donna ha menzionato sua sorella, scomparsa da ormai nove anni. Grazie a un’attenta indagine, i poliziotti sono riusciti a rintracciare la sorella proprio nella provincia di Foggia, dove viveva regolarmente.
La notizia ha lasciato incredula la donna, che aveva ormai perso le speranze di rivedere sua sorella viva. Contattata telefonicamente, ha faticato a credere che potesse trattarsi della stessa persona. Tuttavia, spinta dalla determinazione degli agenti, si è recata in Questura per un confronto che le avrebbe cambiato la vita.
L’incontro tra le due sorelle è stato un momento di intensa emozione. Dopo anni di separazione e di incertezza, si sono strette in un abbraccio liberatorio, dando sfogo a lacrime di gioia e di incredulità. Un finale a lieto fine che ha commosso tutti i presenti.
“Davvero posso portare mia sorella a casa mia e tenerla con me?!” ha esclamato la donna, ancora incredula di fronte a tanta felicità.
La Polizia di Stato, oltre ad aver svolto un’attività investigativa impeccabile, si è dimostrata ancora una volta un punto di riferimento per chi ha bisogno di aiuto e di protezione. Questo toccante episodio dimostra come, al di là delle formalità burocratiche, ci sia sempre spazio per l’umanità e la solidarietà.