Quattro anni di carcere, questa la richiesta della procura di Brindisi a carico di Leonardo Palmisano, il sociologo barese spesso ospite in provincia di Foggia per parlare di antimafia e legalità. Lo scrittore è accusato di concorso anomalo in concussione nell’ambito della vicenda giudiziaria che ha scosso l’amministrazione di Erchie (Brindisi) a guida dell’ex sindaco Pasquale Nicolì.
L’accusa è collegata a una vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’amministrazione comunale di Erchie, guidata dall’ex sindaco Pasquale Nicolì, già costretto a dimettersi in seguito alle indagini.
Secondo quanto riportato da Repubblica Bari, le accuse rivolte ai vari imputati riguardano una presunta mala gestione dell’attività amministrativa. Palmisano, in particolare, è imputato in qualità di legale rappresentante della cooperativa Radici Future, che gestiva la biblioteca comunale di Erchie tramite un affidamento diretto del valore di 12.289,28 euro.
L’attenzione degli inquirenti si è focalizzata sull’acquisizione di libri dalla casa editrice collegata alla cooperativa Radici Future. Questa acquisizione, effettuata dall’amministrazione dimissionaria, mirava a incrementare il catalogo della biblioteca cittadina utilizzando fondi ministeriali destinati al sostegno dell’editoria, assegnati ai comuni tramite un decreto del 2021. L’accusa sostiene che tali fondi siano stati utilizzati per l’acquisto di volumi della casa editrice Radici Future e della libreria Kublai di Lucera, di proprietà di Marco Esposito, ex consigliere della stessa cooperativa, per un totale di circa 4.000 euro.
La Procura ipotizza che l’acquisizione dei libri sia il risultato di una concussione. In dettaglio, si sostiene che Palmisano abbia istruito l’ex assessora ai servizi sociali, Pamela Melechì, coimputata nel caso, su quali libri acquistare con i fondi ministeriali. Agendo in tal modo, Palmisano avrebbe istigato l’assessora a indurre indebitamente il personale comunale a compiere atti di disposizione patrimoniale, consapevole che tali atti non rientravano nelle competenze dell’esponente politico. Questo avrebbe portato la dirigente comunale a soddisfare le richieste per evitare possibili ritorsioni.
Alla luce delle conferme delle accuse, i pubblici ministeri Pierpaolo Montinaro e Giovanni Marino hanno chiesto una condanna a quattro anni di reclusione in abbreviato per Palmisano. La sentenza del giudice per l’udienza preliminare è attesa per il prossimo 15 ottobre.