“La Fondazione Centri di Riabilitazione Padre Pio di San Giovanni Rotondo si è macchiata di un atto vergognoso. Due lavoratrici, una affetta da grave patologia e l’altra in puerperio, sono state licenziate con la motivazione di ‘giustificato motivo oggettivo'”. Lo denuncia con una nota la Cisl.
“Non ci meravigliamo di questo ennesimo episodio – dichiara Giuseppe Mangiacotti, responsabile del dipartimento sanità pubblica e privata CISL Fp – già in passato la dirigenza della Fondazione aveva agito incautamente contro altri dipendenti, minacciandoli di licenziamento salvo poi ritirare le minacce grazie al nostro intervento”.
Ma quello che è accaduto oggi è davvero inaccettabile. “Il direttore delle risorse umane – prosegue Mangiacotti – non ha mai convocato ufficialmente il sindacato per discutere i provvedimenti di licenziamento, come invece previsto dalle norme per salvaguardare i posti di lavoro. E la cosa è ancora più grave se si considera che si tratta di due donne: una madre di una neonata e l’altra affetta da una grave patologia per la quale è in corso una terapia salvavita”.
“Cosa dovremmo aspettarci da un Ente Religioso? Rispetto umano o un agire arbitrario che lede la moralità e i diritti dei lavoratori?”, si domanda Mangiacotti. “Perché la dirigenza della Fondazione non ha provato a ricollocare le lavoratrici coinvolte, convocando le parti sociali?”.
Inoltre, nel provvedimento di licenziamento si sostiene falsamente che il sindacato e le lavoratrici siano state informate e che siano state proposte soluzioni alternative. “Ma quando mai la dottoressa Fiorentino avrebbe inviato queste proposte?”, domanda Mangiacotti.
“La verità è che spesso, per poche centinaia di euro, si preferisce sacrificare posti di lavoro e la vita delle persone. Ma una cosa è certa: non ci fermeremo davanti a questo comportamento irrispettoso. Faremo valere i nostri diritti in qualsiasi sede, dal tribunale dei diritti dell’ammalato al giudice del lavoro, e non esiteremo a rivolgerci anche alle sedi del Vaticano per denunciare le malefatte della Fondazione”, conclude.