È riuscita in un atto per cui altri avevano nicchiato o girato la testa. Si dice orgogliosa la sindaca di Foggia Maria Aida Episcopo per aver portato in aula e approvato, “mostrando tutta la compattezza del campo largo progressista” la adesione alla Stazione unica appaltante di prossimità della Provincia di Foggia.
Come spiega ai microfoni de l’Immediato è ben conscia che tutto è migliorabile e che l’obiettivo, una volta fatte le adeguate assunzioni di personale dopo i concorsi, è quello di creare in Comune un ufficio dedicato alla SUA con criteri di trasparenza e rispetto della legalità contro ogni infiltrazione mafiosa nelle gare di appalto.
Nella seduta di Consiglio il dibattito è stato molto aspro, anche da parte di chi come Giuseppe Mainiero aveva fatto della Sua il proprio cavallo di battaglia.
“Siamo amministrati da un treno senza macchinista, la vostra maggioranza politica dovrebbe chiedere perché il Pnrr è fermo. L’ufficio tecnico del Comune di Foggia è fermo. Siamo la Cenerentola d’Italia per risorse intercettate dal Pnrr, 60 milioni fermi al palo da tre anni. Sapete quante volte si è riunita la cabina di regia? Zero. Iniziamo a governare questo Comune perché è fermo, state abdicando. Questa adesione è una proposta inutile che depreda il Comune di una ennesima occasione perché la state declinando a favore di soggetti terzi”, ha detto l’oppositore rivolto alla maggioranza.
Anche quando il pentastellato Francesco Strippoli ha ricordato una sua dichiarazione favorevole alla Sua datata dicembre 2015, Mainiero ha specificato di aver sempre inseguito uno strumento prefettizio con componenti di commissione estratti da un albo dedicato.
“Le scelta fatta di appoggiarci alla Sua della Provincia è ponderata perché altre stazioni non danno le adeguate garanzie. L’amministrazione comunale ha il dovere di preservare la propria azione, senza nulla togliere che in futuro possa inglobare nel suo sistema un comitato che possa gestire al meglio Appalti sopra soglia e sotto soglia”, ha rimarcato il cinque stelle Formica.
“La Sua è un atto di legalità e trasparenza. Capisco che il Comune non avendo personale ha grosse difficoltà a realizzare un ufficio.
Con la scorsa amministrazione abbiamo approvato circa 50 milioni di euro di debiti. Sono arrivati 400 mila euro di decreto ingiuntivo della ditta Bruno per una mancata consegna e altri 280mila euro per la scuola Manzoni del Candelaro”, è stato il commento di Gino Fusco.
Netta la sindaca in aula. “Ascolto delle aporie, è ovvio che noi non facciamo un matrimonio sine die e ribadisco il recesso automatico senza costi. Non è una via di non ritorno, in più rappresentava insieme all’adesione ad Avviso pubblico e l’esternalizzazione dei concorsi un gesto esemplare. Saremo sentinelle attentissime sui tempi e sui modi con cui la Sua opererà e contiamo di aver il numero di personale Atali da assicurarci una selettività degli appalti. Andremo all’Anac per stipulare un accordo sulla legalità di questo comune. Mi sembra un atto di normalizzazione, sarebbe facilissimo fare propaganda. Ma non ci appassiona perché lì fuori ci sono esperienze reali. Vi ricordo che l’adesione della Sua di prossimità ha un bassissimo tasso di contenziosi in atto. È un dato incontestabile, è un supporto non solo tecnico ma tecnologico perché per gestire una sua c’è bisogno fi una sofisticatissima gestione informatica. Noi chiederemo al consiglio comunale anche la regolamentazione degli appalti sotto soglia, 500 mila per lavori pubblici e 250 mila per i servizi. Riflettiamoci, ci sono passi che insieme potremo fare perché questa città è stata macchiata di una onta orribile. Vi chiedo uno slancio anche sui dubbi, la perfezione sicura del nostro passo amministrativo. Sono per un antagonismo che viene dall’esito elettorale e vi ringrazio per come andrà a finire”.
L’adesione del Comune di Foggia alla Stazione Unica Appaltante dell’amministrazione provinciale è stata deliberata in Consiglio comunale con 22 voti a favore, 8 astenuti e 1 contrario.
Nella sua nota ufficiale la sindaca ha ribadito l’importante risultato. “L’adesione alla Stazione Unica Appaltante, insieme all’esternalizzazione dei concorsi da bandire per sopperire alle gravi carenze nella pianta organica e alla firma della Carta di Avviso Pubblico, rappresentava un impegno imprescindibile assunto davanti ai cittadini e all’opinione pubblica in campagna elettorale, fortemente indicativo della nostra volontà di perseguire la direzione all’insegna della legalità, della trasparenza e della normalità dopo il drammatico scioglimento della precedente amministrazione.
L’attuale dotazione organica dell’ente – per quantità, non qualità – non offre infatti le necessarie garanzie in un ambito così delicato come quello degli appalti pubblici, e la scelta di ricorrere a una struttura di prossimità come quella dell’amministrazione provinciale è un’ulteriore garanzia per la comunità di un’attenzione ancora più elevata rispetto a qualsiasi possibile tentativo di condizionare le gare e permettere che interessi personali possano prevalere su quelli collettivi.
Non è comunque un ‘matrimonio sine die’, è previsto un recesso automatico in qualsiasi momento senza alcun costo aggiuntivo, e la nostra vigilanza sull’osservanza di tempi e modi sarà costante e attenta, con l’auspicio che la situazione interna al Comune possa presto cambiare e permettere il ritorno alla piena autonomia nel settore degli appalti pubblici.
Oggi in Consiglio comunale abbiamo compiuto un passo importante e atteso, e proseguiremo con una regolamentazione precisa anche degli appalti per lavori e servizi di pertinenza dell’ente benché sotto la soglia prevista fino a 500mila euro per lavori e 221mila euro per servizi. Il prossimo giovedì 4 luglio sarò a Roma all’Anac con il Segretario generale Mignozzi quale Responsabile della Prevenzione, Trasparenza e anticorruzione, per siglare un accordo mirato a potenziare le procedure contro la corruzione nella pubblica amministrazione.
Indietro non si torna, Foggia non lo meriterebbe e non lo tollererebbe. E confido nella collaborazione delle forze di opposizione in Consiglio comunale – che oggi si sono astenute o sono uscite dall’aula – perché non ci si può dividere su questo tema. Ringrazio tutte le forze progressiste per la coerenza e la compattezza mostrate in aula”.
Le opposizioni
È stato più che critico Nunzio Angiola: “Tutto dipende dalle persone e dall’impronta della tecnostruttura e dalla postura istituzionale che si tiene. Non è una questione di dove ma di chi gestisce gli appalti. Se le risorse sono permeabili lo sono sia che stiano in Comune o che stiano in Provincia o in Prefettura. Se l’amministrazione decide di spogliarsi di queste funzioni importanti lo faccia almeno bene. Due componenti della commissione nella terna saranno comunque indicate dalla Giunta. Credete che i foggiani abbiano l’anello al naso? Tutti sanno che la vera corruzione si annida nel piccolo, nelle centinaia migliaia di gare sotto i 500mila euro. Dovevate spogliarvi anche degli appalti sotto soglia”.
“Si è dibattuto molto sulla Sua anche nel centrodestra – ha evidenziato Raffaele Di Mauro -. I convinti erano presenti anche nella nostra coalizione. Oggi però su un argomento così sensibile si arriva ad un vorrei ma non posso. Noi parlammo di convenzioni con Prefettura e Procura. Quello che abbiamo fatto non è aporia ma miglioria. Non esiste solo la Sua della Provincia. C’è un elenco copioso che l’Anac fornisce. La conclusione di oggi è un accordo politico di buon vicinato con un Palazzo vicino. Parliamo di legalità dicendo che non ce n’è in Comune e poi ne mandiamo 2 nella terna, facciamo pace col cervello. Noi lo strumento lo sposiamo, non lo concepiamo come uno strumento propagandistico o politico ma noi lo avevamo concepito in maniera diversa”.
Entra nel merito Amorese, capogruppo Fratelli d’Italia: “Nessuna trasparenza né garanzia di impermeabilità in quanto le commissioni di gara saranno composte o da una terna di commissari, di cui due proprio del Comune di Foggia, o addirittura una commissione composta da un unico componente (nei casi delle procedure con il criterio del minor prezzo) che “da solo” può decidere le sorti di in appalto! Deleghiamo agli altri ma decidiamo sempre noi. Alla faccia della trasparenza! Commissari che dovranno essere pagati con soldi dei cittadini di Foggia in base ad una percentuale sull’importo dell’appalto stesso. Inoltre, in base alla delibera, l’amministrazione si riserva di svolgere comunque le procedure ogni qual volta lo riterrà. Per la serie…questo appalto me la vedo io, quest’altro mi piace meno e te la vedi tu. Per non parlare delle lungaggini note presso la S.U.A della Provincia visto che molti comuni limitrofi hanno abbandonato la stessa Stazione Unica per la burocrazia farraginosa con il risultato di bloccare le risorse pubbliche. Risorse che nel caso del Comune di Foggia in particolare i fondi del Pnrr sono già gestiti con estremo ritardo per incapacità politica e non amministrativa altrimenti non si sarebbero ottenuti i fondi per i progetti presentati. Abbiamo dato collaborazione proponendo di rivolgerci tramite indagine conoscitiva ad un ente terzo iscritto negli elenchi “di diritto” come la Consip, Invitalia, Provveditorato alle Opere Pubbliche o le Prefetture e non a guida politica come la Provincia dove guarda caso governa il centrosinistra. Abbiamo proposto di esternalizzare anche l’affidamento delle gare cosiddette sottosoglia dove tramite gli affidamenti diretti spesso si annida il fenomeno corruttivo. Abbiamo proposto di esternalizzare tutti i componenti delle commissioni di gara. Tutte le nostre proposte sono state bocciate. Un approccio evidentemente prevenuto destinato totalmente alla mera propaganda vantando trasparenza e legalità che poi nella pratica vengono disattesi”.