“Esprimo il più profondo cordoglio per la scomparsa di Paolo Agostinacchio, per lungo tempo parlamentare e poi sindaco di Foggia. Un uomo che ha dato esempio concreto di cosa significhi testimoniare il senso delle Istituzioni, le stesse che ha servito per tutta la vita, dal Parlamento al territorio senza mai risparmiarsi, come dimostrano le notizie di queste ore che lo ritraggono al lavoro fino agli ultimi giorni della sua vita. Un politico d’altri tempi con cui ho avuto l’onore e il piacere di lavorare nel capoluogo dauno come vice sindaco per un periodo del suo mandato. Da oggi la politica pugliese, e foggiana in modo particolare, è decisamente più povera”. Lo afferma Antonio Leone, già presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria e vicepresidente della Camera dei deputati.
“La scomparsa di Paolo Agostinacchio è una di quelle notizie che lascia senza fiato, di fronte alla quale si perdono le parole”. Il ricordo di Antonio Pepe, ex presidente della Provincia di Foggia e già parlamentare. “Per tanti – soprattutto per i giovani – è stato un punto di riferimento culturale e politico. E per i suoi avversari, pur nella distanza delle posizioni e nella diversità delle idee, un interlocutore sempre leale”.
“Per Foggia – continua Pepe – è stato il ‘sindaco’ per antonomasia. Il primo eletto direttamente dai cittadini. L’unico da quella riforma ad amministrare per due mandati. La sua è stata una figura carismatica, che ha attraversato la ‘prima’ e la ‘seconda’ Repubblica sempre da protagonista, simbolo di una Destra capace di trasformare la ‘protesta’ in ‘proposta’, immensamente innamorato della politica e orgoglioso delle proprie radici. Più volte parlamentare, presidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, Paolo Agostinacchio ha saputo dimostrare con i fatti un’altissima cultura delle istituzioni. A lui mi legano i ricordi affettuosi di una lunga amicizia e di una stima reciproca che conserverò gelosamente. Anni di assidua collaborazione e confronti in cui ha costantemente lavorato per il bene comune, con saggezza e con uno smisurato amore per Foggia”.
E conclude: “Mai, neppure per un solo istante, ha abbandonato l’impegno politico. Interpretando compiutamente la sua concezione della politica: attività quotidiana fuori e dentro le istituzioni, elaborazione culturale e spirito di servizio. Foggia, che da oggi senza di lui sarà più povera, gli sarà sempre grata. E quel legame indissolubile tra lui e la nostra comunità – reso ancor più stretto dalla gestione da sindaco del crollo di viale Giotto, una delle più grandi tragedie vissute dalla città – continuerà a vivere. A sua moglie e alle sue due figlie vanno il mio abbraccio e le mie più sentite condoglianze”.