La Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Bari su richiesta di quella Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di due soggetti, il boss Roberto Sinesi e il picciotto Sergio Ragno accusati dei reati, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa, di detenzione e porto illegale di armi, ricettazione e concorso nel tentato omicidio, commesso a Foggia il 17 ottobre 2015, di Vito Bruno Lanza detto “U’ lepre”, ferito a colpi d’arma da fuoco. Lanza è membro di spicco del clan Moretti-Pellegrino-Lanza.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile e dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Foggia e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, hanno consentito di delineare, anche grazie al contributo dichiarativo di collaboratori di giustizia, le responsabilità nel tentato omicidio degli arrestati, indiziati di essere rispettivamente il mandante dell’agguato (Sinesi) e l’autista dell’auto (Ragno) – provento di furto – utilizzata per raggiungere il luogo del ferimento unitamente ai due esecutori materiali, Luigi Biscotti e Ciro Spinelli, già sottoposti a fermo di indiziato di delitto dalla Squadra Mobile di Foggia pochi giorni dopo l’evento delittuoso e condannati in via definitiva; ricondurre l’avvenimento alla contrapposizione armata, sorta all’interno dell’articolazione mafiosa denominata “Società Foggiana”, tra la batteria “Sinesi – Francavilla”, a cui sarebbero affiliati i due arrestati, e la batteria “Moretti – Pellegrino – Lanza”, a cui sarebbe intranea la vittima.
“Nel massimo rispetto del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza, è doveroso rappresentare che i destinatari della misura in argomento non possono essere considerati colpevoli sino al passaggio in giudicato dell’eventuale sentenza di condanna; la loro posizione giuridica, infatti, sarà oggetto di scrupoloso vaglio da parte dell’autorità giudiziaria nel contraddittorio tra le parti”, lo riportano i carabinieri in una nota stampa.