Non ci sta il socialista Mino Di Chiara a subire le accuse arrivate a mezzo stampa dai calendiani della lista Tempi Nuovi Azione, che ha ottenuto nel campo largo progressista oltre l’8%.
Di Chiara ritiene di non essere un ingrato, un irriconoscente. Anzi. E spiega in una nota: “Sento il dovere di replicare alle parole del coordinatore di Tempi Nuovi Gilberto Mercuri. Non ho mai avuto il piacere di conoscerlo, poiché lo stesso non ha mai partecipato a nessuna delle riunioni fatte dalla lista civica ‘tempi nuovi’ né prima, né dopo le elezioni. Lista civica che poi qualcuno ha voluto trasformare nel partito di ‘Azione’. Lista civica che ha visto al proprio interno, grazie all’impegno del compagno Sabino Colangelo una folta rappresentanza di socialisti. Il 45% dei consensi di quella lista sono socialisti. Chi mi conosce sa bene della mia lunga militanza nel psi, diciamo pure che la mia dura da tre generazioni. Sin da ragazzo ho militato nel PSI, arrivando poi anche a ricoprire incarichi di tutto rispetto nel PSI provinciale. A differenza di altri non ho mai avuto incarichi pubblici di nomina politica, proprio perché uomo di partito. La mia stessa cultura di socialista craxiano mi impone di non affidare mai agli altri le mie risposte. Non credo pertanto che chi ha cambiato otto sigle politiche negli ultimi dieci anni , che ha salvato con il suo voto ( famoso salto della quaglia, in cambio di un ‘posto’ in una municipalizzata), l’amministrazione Landella possa fare scuola ad altri, magari tramite qualche ‘beneficiato’. Concludo invitando il signor Gilberto Mercuri ad un confronto pubblico per far comprendere le ragioni del perché io ed altri candidati socialisti abbiamo preso le distanze dalla lista civica Tempi Nuovi”.
Con l’Immediato Di Chiara rammenta come è stata composta quella lista civica plurale e dalle tante anime. “È stato tutto merito del compianto Sabino Colangelo, sotto casa di Pasquale Russo ha convinto tutti noi socialisti ad aderire, ci teneva tanto a creare questo rassemblement insieme a Sergio Clemente. Con la sua morte però gli accordi sono stati stracciati. Non è vero che mi era stato offerto l’assessorato. Azione ha mandato a trattare persone che trattavano per se stesse, una di loro non è diventata assessore solo perché la sindaca ha bocciato il suo nome: la nostra delegazione socialista non è mai stata invitata alle trattative. In extremis quando era chiaro anche il nome di Lorenzo Frattarolo in Giunta, c’era stata la mediazione di Pino Lonigro, che però non è andata a buon fine per il venir meno di Paolo Frattulino. La città non accetta queste beghe e deve sapere che Mino Di Chiara entra alle 9 in Comune ed esce alle 14, solo per fare il bene della città”.