Nel pomeriggio di ieri, presso l’aeroporto di Roma-Fiumicino è stato tratto in arresto il 30enne Vincenzo Maffione di Orta Nova sospettato di essere il principale artefice della milionaria truffa IVA nel settore della vendita on-line di pneumatici disvelata dalle indagini (“Operazione Pit Stop”) svolte dai Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Foggia e Genova e del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche con il coordinamento della Procura Europea – Ufficio di Torino.
Giunto all’aeroporto internazionale di Fiumicino dopo una procedura “abbreviata” di estradizione da Dubai – ove era già stato arrestato lo scorso 25 gennaio grazie alla collaborazione della locale Polizia – scortato da personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno, Maffione è stato preso in consegna dalla Polizia di Frontiera Aerea e dai militari della Guardia di Finanza per la successiva esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta nei suoi confronti dal gip del Tribunale di Foggia.

Le indagini hanno riguardato 7 società formalmente ubicate in Spagna, Romania, Estonia, Ungheria e Bulgaria, ma che, in realtà, venivano gestite dall’Italia tramite una società di Orta Nova attraverso le quali l’organizzazione criminale gestiva una vasta attività di vendita online di penumatici per auto ed altri veicoli a motore, per un controvalore di circa 200 milioni di euro ed una connessa evasione d’IVA di 39.462.526 euro.
Le attività investigative – supportate da indagini tecniche, accertamenti finanziari, analisi dei computer e dei telefoni sequestrati nel corso delle perquisizioni – hanno portato alla emissione di un provvedimento di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 5 indagati, di cui 2 destinatari della custodia in carcere, 2 destinatari di arresti domiciliari e 1 sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza, nonché il sequestro preventivo, anche per equivalente, di disponibilità finanziarie e di altri beni fino alla concorrenza dei menzionati 39.462.526 euro, quale profitto della frode I.V.A., nonché il sequestro preventivo e contestuale oscuramento dei 7 siti web utilizzati per il commercio elettronico. L’esecuzione del provvedimento ha interessato 10 Stati dell’Unione ed in 5 Stati extra-U.E..
“Va precisato – ricorda la Finanza in una nota – che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, indipendentemente dagli elementi indiziari raccolti che hanno portato all’emissione dei provvedimenti cautelari, gli indagati non possono essere considerati colpevoli fino ad eventuale pronuncia di una sentenza di condanna definitiva”.