I fatti contestati risalgono al 31 ottobre del 2016, quando fu rinvenuto cadavere nel suo fondo sulla via vecchia per Minervino Murge Giuseppe Vassalli di 50 anni agricoltore, canosino, attinto da diversi colpi di arma da fuoco.
Immediatamente partirono le indagini da parte della polizia, estremante difficoltose: la vittima venne ritrovata in aperta campagna, ove non vi erano né testimoni né altri elementi utili alle indagini.
Solo i successivi accertamenti svolti con l’ausilio della Polizia Scientifica e attraverso una minuziosa ricostruzione della vita della vittima permisero di acclarare un vecchio e durissimo contrasto tra questi e Piscitelli dovuti alla gestione della comunione agricola per la gestione delle acque della contrada nella quale i due erano proprietari agricoli confinanti.
Vassalli alcuni anni prima, infatti, era subentrato a Piscitelli nella amministrazione del pozzo che serve l’irrigazione dei fondi in contrada San Antonio di Canosa di Puglia e con la sua oculata gestione aveva fatto emergere e denunciato gli ammanchi e le appropriazioni compiute dal Piscitelli quando era amministratore.
Quest’ultimo aveva giurato che si sarebbe vendicato e così quel giorno approfittando di lunedì tra la domenica e la festa di Ognissanti in cui vi era poca gente a lavoro in campagna si recò sul suo fondo e sparò a Vassalli.
Le indagini tecniche permisero di accertare il movente. Emerse, inoltre, che Piscitelli aveva sparato con un fucile detenuto illegalmente e mai ritrovato.
Dopo la condanna in primo grado e l’assoluzione in appello che lo aveva rimesso in libertà, la Cassazione aveva annullato l’assoluzione e rinviato alla Corte di Appello di Bari che aveva condannato all’ergastolo il Piscitelli, condanna divenuta definitiva l’11 gennaio scorso.
Gli agenti del commissariato di Canosa di Puglia lo hanno tratto in arresto prelevandolo dalla propria abitazione e lo hanno condotto presso la casa circondariale di Trani. Dovrà scontare l’ergastolo.