Passa anche dalle elezioni del Consiglio provinciale – benché siano solo consultazioni di secondo livello e affermazioni di ceto politico locale – gran parte della prossima trattativa tra Pd, emilianisti, calendiani e M5S per la strutturazione di un campo largo progressista esteso a tutto il territorio provinciale e con particolare attenzione ai centri che andranno al voto nell’election day delle Europee della prossima primavera, ossia Manfredonia, Torremaggiore, San Severo e San Giovanni Rotondo.
Le elezioni sono ancora lontane – dovrebbero celebrarsi alla fine di febbraio – ma i partiti cominciano ad organizzarsi. In questa tornata elettorale il M5S a differenza di due anni fa potrà costruire la propria lista. Bastano 6 candidati e le ambizioni non mancano tra i pentastellati. Il primo degli eletti foggiani, Mario Dal Maso, vuole essere della partita così come anche Vincenzo Sforza di Cerignola e Nicola Corso di San Nicandro, oltre che Vincenzo Zibisco sindaco di Volturara Appula.
L’idea non tanto sottaciuta del coordinatore Mario Furore è quella di minare dall’interno il consenso delle “truppe” provinciali di Rosario Cusmai, puntando anche agli eletti indecisi in giro per i Comuni di Capitanata e a coloro che temono di non avere troppo spazio con il Pd o con Con.
Vinca il migliore, è il motto. E l’appartenenza alla maggioranza del presidente Giuseppe Nobiletti, primo esperimento di campo largo, è tutt’altro che scontata, dopo le polemiche intercorse con il segretario provinciale dem Pierpaolo D’Arienzo.
Dall’altro lato gli emilianisti puntano a sottrarre grillini di peso al duo di comando, Furore e Rosa Barone. Non solo Fatone a Manfredonia. Non è un mistero che l’ex capogruppo al Comune di Foggia Giuseppe Fatigato, qualora non fosse nominato coordinatore cittadino di Giuseppe Conte e non fosse preferito al deputato Marco Pellegrini, potrebbe lasciare il MoVimento per ingrossare le fila degli emilianisti, in vista delle regionali del 2025.
La situazione è incandescente nel paese di San Pio, dove esistono gruppi pro Conte e anti Conte e il MoVimento ha eletto coordinatore Salvatore Biancofiore, contrario alla linea di Nunziata Palladino.
L’attuale assessora provinciale potrebbe non essere ricandidata se dovesse perseguire nella strategia di ostacolare sia il secondo mandato del sindaco Michele Crisetti sia soprattutto il campo largo.
“Il campo largo sussiste solo quando è il MoVimento ad imporre il proprio nome come candidato sindaco, vale a Manfredonia, dove noi abbiamo Maria Teresa Valente e Pasquale Schiavone come a San Giovanni”, è la battuta fatta con il sorriso da Rosario Cusmai, che per le prossime provinciali intende sfoderare la carta di Pasquale Ciruolo, consigliere foggiano e molto noto sui Monti Dauni, da ex sindaco di Panni.
Saranno in lista molte donne. Irrinunciabile la presenza di Lucrezia Cilenti, che ha mostrato tutta la sua competenza in Provincia. Potrebbe candidarsi anche Lucia Raffaele di Stornara.
Chi sarà sicuramente candidato, non si sa ancora in quale lista, è il socialista Mino Di Chiara, forte della sua appartenenza alle associazioni di cacciatori. Punta ad un grande consenso anche l’ex presidente Nicola Gatta, che rimane abbottonato, ma che potrebbe aderire finalmente dopo tanto civismo ai Fratelli d’Italia. La sua candidatura potrebbe creare qualche difficoltà a Maurizio Accettulli, se è vero che Gatta raccoglierebbe voti anche nel consiglio comunale foggiano.
L’assenza di donne impone al Pd di orientarsi su Annarita Palmieri candidata consigliera, la quale potrebbe usare Palazzo Dogana per una maggiore visibilità in vista delle regionali, che perse per una manciata di voti già nel 2020.