Discrepanze “diffuse e pesanti” starebbero ritardando, in maniera preoccupante, l’ufficializzazione degli eletti al Comune di Foggia. Se negli anni scorsi c’erano stati i ricorsi da parte di questo o quel candidato non eletto, per le amministrative del 2023 le presunte irregolarità coinvolgerebbero moltissimi candidati, in tutte le liste di ciascun schieramento.
“Come è stato possibile che sia potuto succedere questo? Come è possibile che un Comune sciolto per mafia a quasi un mese dalle elezioni non sa ancora come sarà composto il proprio Consiglio comunale? Con tali premesse come potrà governare Maria Aida Episcopo? È allucinante quello che è successo”, è il commento di Giorgio Cislaghi, candidato nel M5S.
Il voto del 22 e 23 ottobre starebbe manifestando più di una incongruità. “Ci sono persone che si stanno ritrovando 70 voti in più, c’è discrepanza tra i tabulati delle preferenze e quello che c’è scritto nei verbali. In questa fase non si possono aprire le buste, esse si possono aprire solo dopo una sentenza del tar e del giudice che ordina il riconteggio. Ci sono errori macroscopici, non era mai successo un controllo così pignolo”, conclude il comunista grillino.
Sezione per sezione, partito per partito e consigliere per consigliere la commissione del Tribunale starebbe controllando se quello che è riportato nei tabulati coincide con i verbali.
Stando alla opinione più diffusa, per le amministrative post commissariamento sarebbero stati “arruolati” presidenti e scrutatori di seggio inesperti, spesso nominati pochi giorni prima delle elezioni e che in alcuni casi non avrebbero fatto valere il “favor voti”, per il quale, in sede di scrutinio, la validità del voto contenuto nella scheda deve essere ammessa ogni qualvolta sia possibile desumere l’effettiva volontà dell’elettore. Si giustifica così l’enorme dato di voti annullati, pari a 2mila schede annullate su 72mila.