Dopo le accuse sui ritardi negli screening oncologici in Puglia, l’assessore alla Sanità, Rocco Palese, ha diffuso la seguente dichiarazione: “Con riferimento alle affermazioni formulate dai consiglieri regionali di Azione, ritengo doveroso replicare facendo presente che i dati che sono stati da loro forniti si riferiscono all’andamento dei programmi regionali di screening oncologici registrati fino al 30 ottobre, mentre l’obiettivo fissato dalla Giunta regionale, sulla base degli indicatori del Nuovo Sistema di Garanzia del LEA sono annuali e, pertanto, andranno verificati solo all’inizio dell’anno 2024.
L’andamento dell’estensione dei tre programmi risulta, con i dati aggiornati ad oggi, in linea con l’andamento annuale facendo registrare su base regionale una media dell’82% per lo screening mammografico (con incremento rispetto all’anno 2022), del 62% per lo screening del colon retto (con un incremento significativo rispetto all’anno 2022) e del 97% per lo screening della cervice uterina (perfettamente in linea con l’anno 2022).
Tenuto conto che le linee guida europee prevedono un obiettivo tendenziale del 90% di estensione media per tutti i programmi di screening, è del tutto evidente come gli sforzi di rilancio che dall’anno 2020 la Regione e le Aziende Sanitarie stanno mettendo in atto consentono finalmente alla Puglia di recuperare terreno rispetto alle altre regioni del Sud e italiane nel complesso. Vanno considerati, poi, i dati di adesione ai programmi che risultano in costante incremento rispetto agli anni passati (ad esempio, incremento del 7% dell’adesione allo screening mammografico e allo screening del colon retto).
Dati e risultati che le società scientifiche e l’Osservatorio Nazionale Screening oncologici nonché gli stessi organismi centrali hanno confermato così come è stato certificato lo sforzo messo in atto per il recupero delle prestazioni di screening non erogate a causa della pandemia. La polemica e i titoli allarmanti dei consiglieri regionali risultano, quindi, fuori luogo e non fondati. Peraltro, i toni utilizzati dai consiglieri di Azione risultano offensivi della professionalità, dell’impegno e dei molti sacrifici che gli operatori sanitari, le Direzioni aziendali e la Regione stanno mettendo in atto, nonostante le note carenze di organico e i vincoli imposti dal piano operativo del piano di rientro cui è sottoposta la Puglia.
Ciò nonostante, la Regione è intervenuta mediante una programmazione regionale che ha visto coinvolte tutte le professionalità producendo atti che stanno effettivamente aumentando la qualità delle prestazioni di screening e l’offerta su tutto il territorio pugliese. Inoltre, gli interventi sull’appropriatezza dei percorsi e delle prescrizioni, sulla comunicazione in favore dei cittadini, sull’innovazione tecnologica e di processo dei programmi di screening oncologici sono sotto gli occhi di tutti e hanno visto premiata la Puglia in consessi nazionali.
Non intendiamo nascondere le difficoltà che riguardano, ad esempio, il programma di screening per la prevenzione del tumore del colon retto il cui avvio è avvenuto a fine anno 2019 ossia poco prima che scoppiasse la pandemia la quale ha prodotto impatti a livello globale anche sui programmi di prevenzione oncologica. Su questo screening proprio oggi gli operatori sanitari, le società scientifiche, le aziende sanitarie e la Regione sono a confronto a Bari in un convegno, al fine di approfondire aspetti clinici, scientifici e organizzativi che possano consentire di rafforzare ulteriormente l’offerta di screening per la prevenzione del tumore del colon retto”.
Asl Bari: “Dati diffusi sono fuorvianti”
In merito alle dichiarazioni diffuse dai consiglieri regionali di Azione sui dati degli screening oncologici in Puglia e le presunte “violazioni di legge e di morte”, la ASL di Bari ritiene doveroso precisare – per la parte di propria competenza – che si tratta di “false informazioni che danno una visione distorta della realtà”.
Il primo aspetto riguarda un errore di calcolo: il 100 per cento della estensione degli inviti allo screening si può raggiungere soltanto a fine anno, e non nel mese di ottobre come erroneamente dichiarato. Ad oggi l’estensione per lo screening del colon retto in ASL Bari è all’80% e quella per lo screening della cervice uterina al 97%: questo significa che, in proiezione, a fine anno 2023, si raggiungerà sicuramente il 100%.
Negarlo equivale a dire – per fare un esempio pratico – che un treno atteso per le 10 a Bari è in ritardo perché alle 9 e 30 è ancora puntualmente a Monopoli.
Nel merito dei dati, inoltre, lo screening mammografico ad oggi ha raggiunto il 68% delle donne della popolazione bersaglio. Ma anche in questo caso il dato non può essere considerato definitivo in quanto bisogna attendere fine dicembre come per gli altri screening. Inoltre dalla popolazione bersaglio, per ottenere l’estensione effettiva, è necessario escludere le donne operate al seno, le pazienti con mutazione genetica (che sono escluse dal percorso screening) e le sospensioni, ossia donne in fascia screening che hanno prenotato la mammografia in altri centri (Policlinico, Oncologico e centri privati accreditati). Nel complesso si tratta di circa 10mila donne che, a fine anno, andranno sottratte dalla popolazione bersaglio di età compresa fra i 50 e i 69 anni.
Per la ASL di Bari è doveroso smentire le dichiarazioni riportate soprattutto per il rispetto nei confronti di tutte le operatrici e di tutti gli operatori che stanno lavorando incessantemente e con passione raggiungendo gli ottimi risultati registrati finora.