“È difficile spiegare cosa si prova a guardare questa foto. Non riesco ancora a capire se si tratta di stupore, meraviglia, orgoglio, incredulità. A volte ho l’impressione e la paura che possa trattarsi di un fotomontaggio, una finzione, una realtà virtuale senza fondamenta e senza radici affondate nella nuda terra”. Lo scrive il sociologo Luigi Filannino.
“Siamo a Stornara, in provincia di Foggia, nel Basso Tavoliere, oppure no? Non era, non doveva essere un paese agricolo, dimenticato da Dio e dagli uomini, diroccato, sperduto, senza speranza e senza futuro? Avevamo e forse nonostante tutto abbiamo ancora un destino già segnato? Non eravamo destinati ad essere gli ultimi della terra, brutti, sporchi e cattivi, che sbarcavano il lunario sopravvivendo a se stessi e facendo i salti mortali per arrivare alla fine del giorno, senza sapere se ci sarebbe stato un domani, magari migliore? Poi vedo questa foto e mi chiedo: la vedono con i miei stessi occhi anche tutti gli altri cittadini di Stornara, ivi compresi i cosiddetti vip di questo borgo anonimo, ivi compresi coloro che piu’ di tutti potrebbero guadagnarci se riuscissimo a dare a questo paesello un futuro diverso, ivi compresi le classi dirigenti che hanno avuto l’onore e l’onere di amministrarlo questo borgo quasi fantasma? Siamo una di quelle città fantasma che si vedono nei deserti dei film western, o possiamo essere una città proiettata verso un futuro luminoso? Questa foto è o dovrebbe essere illuminante. Siamo in pieno autunno e davanti ad uno dei più belli murales che questo borgo agricolo possiede. Ad ammirarlo una folla di turisti amanti dell’arte e della cultura, venuti da chissa’ dove ad onorarci della loro presenza e a ricordarci che abbiamo una ricchezza e un patrimonio artistico, di cui non abbiamo ancora capito il valore. Ma a chi aspettate a prendere coscienza di questo tesoro, quando vi decidete ad andare oltre le quotidiane meschinità e a cominciare a far fruttare questo patrimonio per il bene e nell’interesse di tutti? È ora di volare alto, di pensare in grande, di sfruttare tutti i talenti disponibili, anche quelli che possiamo trovare poco simpatici rispetto ai nostri canoni di simpatia e antipatia. C’è un bene superiore da perseguire, è ora di unire le forze e marciare verso il futuro. Non farlo, sarebbe colpevole e insensato”.