Muore dopo un parto gemellare all’ospedale di San Giovanni Rotondo. Il caso riguarda la signora Filomena Viscio, deceduta il 30 gennaio 2019 presso il reparto di maternità dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. Il marito della signora, Antonio Pio Cappucci, ha presentato denuncia querela nei confronti di tre medici dipendenti dell’ospedale. Da quattro anni attende la verità su quanto accaduto.
“Tra il 15 e il 16 gennaio del 2019, mia moglie ebbe un’emorragia. Portata d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Casa Sollievo, la mattina successiva il parto cesareo gemellare, veniva trasferita in rianimazione dove è deceduta dopo 13 giorni. Mia moglie è morta il 30 gennaio 2019, lo stesso giorno personalmente mi recai presso la Compagnia dei Carabinieri per presentare querela denuncia per quanto accaduto. E a seguito delle indagini condotte e ad un’archiviazione a dicembre 2019, siamo riusciti ad ottenere la riapertura delle indagini e il rinvio a giudizio Si tratta di uno dei primi casi di rinvio a giudizio per omicidio colposo. Abbiamo consultato dei periti esperti in ginecologia che ci hanno consentito di avviare un processo penale per omicidio colposo nei confronti dei medici che hanno operato in quel contesto. Davvero non riesco a capire come sia potuto succedere in un ospedale all’avanguardia come Casa Sollievo. L’ospedale partecipa al processo penale, giustamente ha mantenuto un rigoroso silenzio in questi anni. La mia famiglia però si aspettava almeno una telefonata per sapere come stessero i bambini, l’unico che si è interessato è stato il presidente di Casa Sollievo, Padre Franco Moscone che ringrazio sentitamente”.
Sulla vicenda abbiamo sentito anche l’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza. “La paziente era portatrice di una complessa anomalia di sviluppo anatomico della placenta. Il parto gemellare, tuttavia, si è svolto regolarmente senza alcuna difficoltà. Nella fase successiva è comparsa una temibile complicanza e si è immediatamente resa operativa una equipe congiunta multidisciplinare con chirurghi ostetrici, chirurghi vascolari, radiologi interventisti e anestesisti rianimatori. Nonostante gli intensi sforzi la donna è purtroppo deceduta, dopo due settimane in Rianimazione, per una crisi cardio-respiratoria acuta irreversibile. Nel rinnovare a tutta la famiglia la nostra sentita partecipazione al loro dolore, non possiamo che restare in fiduciosa attesa delle determinazioni dell’autorità giudiziaria”.
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