La piazza del MoVimento 5 Stelle in Corso Vittorio Emanuele, a pochi passi dal comitato elettorale del candidato di centrodestra, ha tentato, come recita il loro slogan, di smuovere e dare una mossa contro gli ultimi attendismi.
La campagna elettorale che volge al termine ha mostrato con forza la disaffezione dei cittadini foggiani, apparsi disincantati, sfiduciati.
Ancora una volta per accendere gli entusiasmi il Movimento di Mario Furore si è affidato all’ex premier Giuseppe Conte.
Il coordinatore provinciale pentastellato sul palco ha avuto parole forti contro la coalizione di Raffaele Di Mauro, facendo i nomi di clan e situazioni mafiose citate nella relazione prefettizia. “I Francavilla entravano in Comune”.
Anche la candidata sindaca Maria Aida Episcopo ha mostrato i denti. “Il sistema, i familismi e le corruzioni erano noti. La campagna della delegittimazione del più forte è la più meschina, non vi fa donne e non vi fa uomini. Tutto torna come un karma infallibile. Chi si definisce operatore dell’associazionismo io spesso non l’ho mai visto. Io c’ero all’Aido, all’Avis, da Libera, al presidio del libro. Dove stavano tutti questi cittadini della solidarietà elettorale? Il nostro progetto non è facile, ma lavoreremo per il rinnovamento e la rigenerazione dei costumi della nostra città in senso culturale, urbanistico, commerciale, sociale. Dai vetri con luce tersa si potrà vedere tutto con trasparenza nel Comune. Chi lo ha macchiato non salirà più le scale di quel Comune”.
Ma è stato Conte ad infiammare la piazza fino alla richiesta finale degli scagliozzi.
“Siamo consapevoli che bisogna voltare pagina rispetto al malaffare e alla criminalità? Per loro il commissariamento è stato sbagliato, fanno finta di non aver letto la relazione del prefetto Esposito. Negare quello che è successo è il modo peggiore per andare avanti. Abbiamo letto le inchieste, le indagini. Qui si è creato un sistema che ha rovinato la sana imprenditoria, ha asservito le forze sane di questa città. È da qui che dobbiamo ripartire. Son qui non perché c’era la sicurezza della vittoria, sono qui perché amo questa città, amo voi. Noi non facciamo calcoli politici, ma creiamo progetti politici. Ci siamo rimboccati le maniche in pandemia, abbiamo fatto manovre in deficit per proteggere il tessuto produttivo e la comunità nazionale. Abbiamo creato sistemi di protezione sociale perché nessuno rimanesse indietro. Ora c’è l’inflazione. Avete visto l’olio a quanto è arrivato? Meloni sta costruendo una società in cui le diseguaglianze aumenteranno sempre più. Qui a Foggia questo progetto è stato costruito per rilanciare Foggia in tutte le sue componenti, non ci può essere una proposta seria se la costruisci solo con i comitati di affari. Foggia deve crescere tutta insieme, dovete tornare a casa e gridarlo forte”.
No alla gestione del potere, sì alla responsabilità di cambiare Foggia con la parte sana. “È una grande occasione storica, questo è tra i momenti più difficili della storia di Foggia. Abbiamo avuto un incontro con i responsabili degli uffici giudiziari, abbiamo stanziato 70 milioni per un palazzo di giustizia più efficiente. Ci siamo battuti per la Dia. Se fosse stato per il centrodestra non avremmo neppure la Dia. Noi non fuggiamo da Foggia, rimaniamo a Foggia, ci impegniamo per Foggia. Dateci la fiducia: non tutti siamo uguali. È importante che il Movimento abbia un buon risultato. Saremo la guardia pretoriana della nostra candidata. Foggia per la prima volta nella storia può avere una donna sindaco. Ha dimostrato di avere un carattere di ferro. Io ci metto la faccia”.