Avvocato e spin doctor in tante campagne elettorali della destra, Luigi Miccoli, tra i nomi degli operatori dell’antimafia sociale e vittima lui stesso delle intimidazioni delle batterie della mafia foggiana, è per la prima volta candidato alle amministrative a Foggia, con Fratelli d’Italia.
Tanti sono stati i suoi suggerimenti al centrodestra di governo in città. Tutti o quasi inascoltati. “In questi anni c’è stata molta dialettica su tantissimi consigli che ho dato perché sono sempre pedante. Qualcuno è stato recepito – ammette -. In 50 anni è la prima volta che mi impegno in prima linea per la città che mi ha adottato. Sono un militante di sempre della destra e mi auguro che ai foggiani si possano fornire metodo e capacità”.
Dopo il lungo commissariamento per lo scioglimento per mafia e il settennato dell’ex sindaco non teme che l’elettorato possa avere meno fiducia del centrodestra oggi rappresentato dal candidato sindaco Raffaele Di Mauro.
“Dalla disamina dei nomi che ci sono all’interno del centrodestra, mi auguro che la cittadinanza possa ritrovare i tre elementi che ci guidano, ossia passione, coerenza e competenza. E mi permetto di inserirne un quarto: il senso del dovere. Il nostro impegno è disinteressato, vogliamo portare Foggia se non alle brillanti condizioni degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta e Novanta di Agostinacchio alle posizioni che merita”.
La conoscenza dei bilanci e della finanza pubblica lo pongono al centro di molte linee del programma del centrodestra. Miccoli sa bene che il futuro di Foggia sta nella capacità di tenere lontana ogni infiltrazione mafiosa nella macchina amministrativa e nella spesa pubblica.
“Mauro D’Attis si è espresso con me chiamandomi vittima della criminalità organizzata – prosegue -. Io sono un cittadino normale e un combattente contro l’illegalità. In questo momento le ricette per permeabilizzare amministrazioni e privati dalla mafia a Foggia sono chiarissime e comportano semplicemente dei regolamenti che escludano qualsiasi inferenza o condizionamento nelle scelte della pubblica amministrazione. Conseguentemente andranno isolati i dirigenti delle commissioni di gara attraverso delle specifiche modifiche dei regolamenti con una Stazione Unica Appaltante che veda la Prefettura protagonista e l’inserimento di regole sul conflitto di interessi per i dirigenti, per i componenti della commissione e per chi scrive il bando”.