Beccato Antonio Miucci, 21enne figlio del boss dei montanari Enzo Miucci detto “U’ Criatur”, quest’ultimo reggente del clan Li Bergolis-Miucci-Lombardone. Nelle scorse ore, i carabinieri della Compagnia di Manfredonia hanno dato esecuzione ad una misura cautelare in carcere a carico del ragazzo, emessa dal gip del Tribunale di Foggia, su richiesta della Procura della Repubblica di Foggia.
Il provvedimento restrittivo scaturisce a seguito dei fatti occorsi a Manfredonia la sera del 4 gennaio scorso quando i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia sono intervenuti presso l’ospedale di San Giovanni Rotondo, dove i medici avevano segnalato la presenza di un uomo con lesioni da arma da fuoco tipo fucile a pompa (munizionamento a pallini). Il giovane, non in pericolo di vita, aveva ricostruito in modo dettagliato quanto asseritamente accadutogli – qualche ora prima – in un vicolo di Manfredonia e, nonostante affermasse di non aver riconosciuto l’aggressore, ne aveva fornito una parziale descrizione.
I militari dell’Arma, mettendo a sistema gli elementi gravemente indiziari raccolti, hanno poi eseguito, con il fondamentale supporto della Sezione Investigazioni Scientifiche del Nucleo Investigativo del Comando Carabinieri Provinciale di Foggia, una mirata perquisizione, con opportuni accertamenti tecnici finalizzati a rilevare la presenza di micro particelle di polvere da sparo (lo stub) che, a seguito delle analisi poi effettuate dal Ra.C.I.S. di Roma, hanno dato esito positivo. Le risultanze investigative acquisite, concordate dalla Procura della Repubblica di Foggia che ha coordinato le indagini, hanno quindi determinato l’emissione della misura cautelare in carcere nei riguardi del presunto responsabile.
Nei prossimi giorni, Antonio Miucci sarà sottoposto ad interrogatorio di garanzia da parte del gip del Tribunale di Foggia.
“In ultima analisi – ricordano come di consueto i carabinieri in una nota stampa – va precisato che la posizione della persona arrestata è al momento al vaglio dell’autorità giudiziaria nella fase delle indagini preliminari e che la stessa non può essere considerata colpevole sino alla eventuale pronuncia di una sentenza di condanna definitiva”.