Dopo mesi di annunci, il MoVimento 5 Stelle si accinge ad avere una organizzazione territoriale più vicina al concetto di partito. Giuseppe Conte all’indomani della sonora sconfitta delle ultime amministrative ha ufficializzato i ruoli provinciali dei vari coordinatori. E quindi anche quello di Mario Furore. Nei giorni scorsi gli iscritti e gli eletti pentastellati si sono incontrati con l’ex premier in collegamento streaming.
“A Foggia c’è grande voglia di partecipazione e di cambiamento, non solo in vista dei prossimi appuntamenti elettorali ma anche per le prossime iniziative che intendiamo mettere in campo per la nostra amata città e tutta la Capitanata – ha rilevato l’europarlamentare e coordinatore Furore -. È stata l’occasione per un bel confronto con la nostra base, con gli attivisti e per dare le indicazioni sui prossimi gruppi territoriali che opereranno sul territorio. A sorpresa è venuto a salutarci in collegamento il presidente Giuseppe Conte che ha spiegato alcune funzioni del regolamento e augurato buon lavoro a me, al coordinatore regionale Leonardo Donno e a tutti i foggiani dei costituendi gruppi territoriali. Continuiamo a lavorare, a testa alta, dalla parte giusta”.
Dentro al MoVimento a livello nazionale si discute del nodo del limite al doppio mandato. Anche Marco Travaglio dalle colonne de Il Fatto Quotidiano sta spingendo affinché la regola, che è stata poi uno dei motivi della diaspora attuata da Luigi Di Maio e gli altri, cada.
Con la fuoriuscita di chi ha espletato il doppio mandato, si perde un’intera classe dirigente con esperienza e competenza, è questa la tesi, assai lontana dai principi del fondatore Gianroberto Casaleggio.
Se il limite cadrà, Rosa Barone, quasi al termine del suo secondo mandato in Consiglio regionale, potrebbe non avere barriere alla sua candidatura a sindaca del Comune di Foggia di un campo larghissimo emilianista e non solo. Del resto anche la scelta di Furore su Giorgio Lovecchio, che era il nome preferito da Donno, va letta in questa direzione, secondo alcuni.
Tuttavia pezzi di base a cinque stelle, che non sono mai stati lusinghieri nei confronti dell’attuale assessora regionale, non vedono di buon occhio una sua discesa in campo e preferirebbero il papa straniero Giuseppe Mainiero.
Nel Pd invece c’è ancora chi non perdona alla politica e farmacista la sua campagna elettorale del 2020 per le regionali tutta giocata contro Emiliano insieme ad Antonella Laricchia e poi finita col patto dell’assessorato. Per non parlare del terzo polo. I renziani locali, nonostante i buoni rapporti e l’amicizia che da sempre lega Barone al segretario regionale di Italia Viva Lorenzo Frattarolo, mai potrebbero giustificare a livello nazionale col loro leader di fare campagna elettorale per una candidata sindaca grillina.
“Ci sono poche novità nel M5S, forse con l’elezione dei vari gruppi territoriali e con i coordinamenti cittadini si avranno le idee più chiare”, dice un militante, che vuol essere della partita alle amministrative di novembre. (In foto, Conte in collegamento con Donno e Furore; a destra, Rosa Barone)
Seguici anche su Instagram – Clicca qui