È una imponente prova di forza quella allestita dall’ex consigliere comunale ed ex meloniano Giuseppe Mainiero a Piazza Mercato per le prossime amministrative foggiane post commissariamento per lo scioglimento per mafia.
Non solo i supporters del comitato Io resto a Foggia, in prima fila schierati amici e sostenitori politici, che credono che possa essere lui l’uomo giusto per il Comune: Mimmo Verile, il consigliere regionale Antonio Tutolo, l’assessora regionale Rosa Barone, il parlamentare Giorgio Lovecchio, il leader di Socialismo Dauno Pino Lonigro, l’ulivista Pino Marasco, l’ex sindaco di Candela Nino Santarella. Nella piazza tanti pentastellati. Da Franco Cuttano a Giuseppe De Lillo o Francesco Delli Carri fino alla direttrice d’orchestra Carmen Battiante.
Non è ancora ufficiale, ma stando a certa base grillina, che non vuole attendere gli incarichi territoriali, sarà Mainiero, che ha votato per Giuseppe Conte alle Politiche, il candidato del MoVimento. Ergo di tutto il centrosinistra emilianista, se il Pd non vorrà spaccare la coalizione.
Dieci anni dopo e con la destra al governo, Giuseppe Mainiero percorre la strada di Leo Di Gioia, che aveva sfondato con il suo civismo l’elettorato di centrosinistra. Ma il commercialista allievo di Michele Abbatescianni ci tiene alla vulgata cinquestelle prima maniera delle buone idee che non sono né di destra né di sinistra. “Sono una persona storicamente e culturalmente di destra. Sono stato di destra. E non lo rinnegherò mai nemmeno sotto tortura. Come si possono rinnegare Pirandello, D’Annunzio e tutto il Novecento italiano? Qual è sul piano culturale la declinazione di destra e sinistra? Una persona può dare fastidio, come me. Non ho alcun imbarazzo a guardare ai socialisti. Dobbiamo scindere i competenti dagli incompetenti”, dice senza mezzi termini.
Insieme agli amici di sempre ex An come gli avvocati Pierpaolo Magistro e Alfredo Grassi o il docente Damiano Bordasco o Forgelli del Mirage, alcuni “mondi” di Leo Di Gioia più vecchi di dieci anni si sono ricompattati su Mainiero. Ed ecco allora a Piazza Mercato Danilo Lolatte e Anna Ilaria Giuliani, l’imprenditore Gino Boscaino, l’avvocato Nicola Lomuzio, l’ingegner Potito Belgioioso, Teo Biancofiore, Pippo Liscio attuale numero uno di Arca, l’architetto Virginio Stanziale, il ciellino Michelangelo Rubino, Antonio Mendolicchio e Stefania Venditti, il socialista Mino Di Chiara.
Ma anche l’ispettore Asl Antonello Di Paola braccio destro di Franco Landella in Amiu e suo fratello Pasquale, vigile urbano reintegrato dopo la vicenda dei furbetti del cartellino all’Annona scatenata proprio da un esposto di Mainiero e dell’allora assessora Jenny Moffa.
Potrà il Pd di Raffaele Piemontese sottrarsi ad una tale onda che sembra sostenere l’oppositore numero uno dell’ex sindaco?
Solo a pochi metri la sinistra si conta in Sala Farina nella Comunità Politica di Luciano Beneduce, Daniela Marcone e Mario Nobile e chiude ogni porta alla potenziale leadership dell’ex meloniano in una coalizione larga. “Voglio vederlo Giuseppe Conte fare campagna elettorale per Mainiero”, è la battuta di Nobile a l’Immediato.
Mainiero non si fa trascinare sul terreno scivoloso del negazionismo. La mafia c’è e si vede a Piazza Mercato, territorio urbano storicamente vicino ai Francavilla, suoi lontani parenti.
“Se Foggia perde questa occasione torna indietro, l’opzione è tra una scelta di cambiamento radicale e le forze che stanno cercando di restaurare quel sistema di relazioni che rende inermi. Ci sono qui gli imprenditori, i sindacalisti, qualche pazzo politico che vogliono cambiare un sistema fatto di opacità. Se Foggia è ultima non è perché abbiamo soltanto gli Iaccarino e i Longo, quei consiglieri che ci hanno fatto vergognare, ma perché abbiamo una classe dirigente che è stata uno squalo. Piemontese e il Pd sono di fronte ad una opzione strategica di campo, io vengo da una storia di militanza, i partiti sono importanti, ma Foggia ha delle incrostazioni che vanno debellate, non può esserci un candidato che è simpatico a tutti. Il ceto medio ha abdicato ad essere guida di questa città perché il sistema del consenso è andato personalizzandosi con uno scadimento verso il basso, è più importante il viso che funzioni della mente che elabora. Questa città il punto più basso l’ha toccato. Abbiamo 15mila abitanti, il cimitero della zona Asi, la Fiera in agonia”.
Non si nasconde Mainiero e usa la metafora della Formula uno con la coppia del Cavallino Schumacher-Irvine: “Sto cercando di portare in città un dibattito non di destra contro sinistra. Riusciamo a mettere la gente intorno ad un tavolo per una proposta di cambiamento? Io ci sono, sarei un ipocrita a dire che non ci sono. In Ferrari c’era il primo pilota Schumacher e il secondo Irvine. Se qualcuno conosce la macchina meglio di me non sono il padreterno, posso fare da secondo. Non so se sono Schumacher, di certo non sono Irvine, presentatemi Schumacher e farò da secondo pilota”.