“Non cestinate le lettere di invito agli screening, possono salvarvi la vita”. La testimonianza di Fernanda Pistillo, 50enne di San Severo, è emblematica in un territorio che sconta un tasso bassissimo (25%) nell’adesione a fronte di una estensione del 100% (si scende addirittura al 9% nel colon retto e si ferma sempre al 25 per la cervice uterina). “Voglio portare la mia esperienza sul Coro dell’Asl e sulla Breast Unit di Foggia – racconta la donna -, avendo 51 anni ho ricevuto come tutte le donne – nella fascia d’età 50-69 anni – la lettera d’invito dell’Asl per presentarmi presso l’ospedale di San Severo ed essere sottoposta alla mammografia preventiva. Dopo pochi giorni sono stata ricontattata per invitarmi a sottopormi ad una ecografia presso lo stesso ospedale. La dottoressa ha proseguito l’esame, rilevando l’esigenza di ulteriori approfondimenti. Dopodiché è stata fissata una ulteriore visita senologica al Policlinico di Foggia con l’eventuale biopsia. In pochi giorni ho effettuato tutti gli esami utili. Più o meno dopo 25 giorni dalla prima mammografia, mi è stato spiegato il risultato del percorso in tutti i particolari e tutto ciò a cui andrò incontro nei prossimi mesi. Ho già una data di pre ricovero. Sono rimasta piacevolmente colpita dalla velocità e dalla professionalità di tutto il personale. A tutte le donne che ricevono questa famosa letterina, vorrei dire di non ignorarla, di trovare il tempo per fare una chiamata perché, se non si ha disponibilità in quel momento, è possibile anche rinviare la data: questo può salvare la vita o comunque renderla migliore”.
“Il nostro sistema funziona – ha commentato il responsabile della Breast Unit, Marcello di Millo -, è rapido e garantisce risposte di alto livello”. Nell’ultimo anno al Riuniti sono stati trattati oltre 300 nuovi casi di tumore alla mammella. “Il trend dà ottime speranze – aggiunge il senologo -, il nostro centro è sempre più attrattivo. Possiamo ancora crescere e, devo dire, il territorio sta lavorando al meglio per garantire livelli ottimali di assistenza. Ma la prevenzione è decisiva per evitare complicazioni e decessi”.
Nei prossimi anni servirà investire ulteriormente in tecnologie e risorse umane. “Servono principalmente professionisti – ha detto il direttore generale del Riuniti, Giuseppe Pasqualone, durante il suo intervento – , ma qualcuno continua a dire che i senologi devono tornare in radiologia anche a fare le tac e le risonanze. La differenza l’ha fatta la nostra strategia. La Regione Puglia, da quest’anno, ha detto anche ai Policlinici di supportare le Asl per raggiungere gli obiettivi di prevenzione, che finora non abbiamo raggiunto. C’è un problema culturale sul fronte delle donne ma anche nelle direzioni strategiche, perché altrimenti non si spiegherebbe la nostra lista d’attesa infinita: stiamo cercando di recuperare ma non sappiamo come farlo. Gli investimenti sono difficili in questo periodo, visto che soldi e professionisti non ne abbiamo. Il Riuniti, grazie ad un accordo con l’Azienda territoriale, darà un contributo per lo screening. L’obiettivo è replicare ciò che abbiamo fatto a Brindisi”.
Nell’appuntamento di oggi in sala Turtur erano presenti i referenti dell’Asl di Brindisi, azienda che Pasqualone ha guidato prima dell’arrivo in Capitanata. Il riferimento a quel “modello” è stato il leitmotiv della giornata di formazione.
“Stiamo investendo in tecnologia, abbiamo già acquistato un altro mammografo, un altro ecografo, abbiamo pure individuato gli spazi. Vogliamo fare gli screening sulla città di Foggia. Vi posso garantire che il nostro è un percorso di eccellenza. Le donne non devono per forza andare allo Ieo (Istituto europeo di oncologia di Milano), possono fare tutto da noi. Non voglio parlare male del privato – di questo vengo accusato spesso -, voglio parlare bene del pubblico: non c’è bisogno di fare i viaggi della speranza”, conclude.