“Se voi foste Dante Alighieri, dove collocheresti la città di Stornara? Inferno, Purgatorio, Paradiso? A mio parere potrebbe stare, anzi starebbe bene in tutti e tre questi luoghi”. Lo scrive Luigi Filannino, sociologo Ans-Associazione Nazionale Sociologi che rende noto il gemellaggio tra la piccola Stornara e Procida, “l’isola del cinema” in provincia di Napoli. “Stornara non la conosceva nessuno – prosegue il sociologo -, non c’era nemmeno sulle carte geografiche. Era solo un borgo agricolo, sperduto nelle campagne del Basso Tavoliere della Puglia e dimenticato da Dio e dagli uomini. Ora probabilmente sta in Purgatorio, ma quanta fatica per arrivarci. È stata di certo un po’ di genialità e un po’ di tenacia. È successo quando la parola ‘Festival’ uscì dal vocabolario della lingua stornarese e cominciò a girare per il paese. All’improvviso, come neve a primavera, iniziò la stagione dei ‘Festival Rap’. Non un Festival normale, di provincia, poco conosciuto ed effimero. Ma un Festival di portata internazionale, con tutti i migliori Cantanti Rap italiani e non, quando il Rap non era ancora la musica del momento e non era ancora approdato a Sanremo. Che passo in avanti. Dall’Agricoltura alla Musica. Poi è arrivata la stagione del Festival di Street Art ‘Stramurales’. Non un Festival qualunque, ma il Festival dei miracoli”.
“Non si sa bene come e perché a Stornara sono arrivati e fanno addirittura a gara per venirci i migliori artisti di Street Art – continua Filannino -, i migliori autori di ‘Murales’ di tutto il mondo. Una Street Art, che è popolare ed usufruibile a tutti in qualsiasi momento, in quanto non è confinata nelle stanze chiuse di un museo. Stornara è diventata un museo, ma un museo a cielo aperto, ed è diventata ‘Città dei Murales’. Che salto di qualità. Dall’Agricoltura all’Arte. Per completare l’opera, ecco un’altra ‘pazza idea’. Come diceva una vecchia canzone ‘quella di far l’amore con te’. Il Festival ‘Comix Street’. Cosa mai sarà? Un Festival unico al mondo, perché per la prima volta due forme d’arte molto diverse interagiscono tra loro e si contaminano. Da una parte la ‘Street Art’, dall’altra il ‘Fumetto’. Si incontrano, si innamorano, si fondono, creando altri capolavori, che vanno ad arricchire il museo a cielo aperto. Oggi un’altra parola di quel vocabolario si è fatta strada. La parola gemellaggio. Cosa sarà mai? Ma che strana idea. E poi, figuratevi, con la Capitale della Cultura. Fino a ieri nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato su questo gemellaggio. Poi ieri, un altro miracolo. L’arte che unisce due piccoli borghi differenti. Il mare da una parte, la pianura sconfinata dall’altra. In mezzo l’arte e due popoli con tanta voglia di incontrarsi, conoscersi, scambiarsi esperienze, parlare d’arte, di cultura, di turismo ed anche di agricoltura di qualità, di gemellaggi artistici, culturali, formativi, enogastronomici. E soprattutto la scoperta che il gemellaggio non è la festa di un giorno solo, ma dura una vita. In sintesi cosa è successo? I progressi sono evidenti e chiari: La musica e l’arte trascinano il turismo; Il turismo trascina lo sviluppo economico; Lo sviluppo economico cambia il destino di una città. Ma per concludere, una domanda ve la devo fare, la ‘madre’ di tutte le domande. Ma voi, volete andare in paradiso? (foto con disegni dell’artista Alessandra Carloni)