Sette alberi di ulivo tagliati, staccionata e tavoli in legno divelti, casa incendiata. Danni ingenti alla dimora rurale di Giovanni Russo, funzionario del Consorzio di Bonifica Montana del Gargano. Ignoti hanno in pratica distrutto tutto di quella che fino a prima del vile attacco era una caratteristica casa di campagna ubicata a due chilometri da San Giovanni Rotondo. Danni stimati intorno ai 25mila euro.
“Dispiace soprattutto per i tanti ricordi che mi aveva lasciato la mia cara mamma – racconta in lacrime Giovanni Russo -, ci tenevo tantissimo. E anche gli alberi che erano stati piantati da lei”. Sul posto si è recato anche il sindaco di San Giovanni Rotondo, Michele Crisetti. “Un gesto vile, non ci sono dubbi. Mi auguro che gli autori di questo brutto episodio vengano subito assicurati alla giustizia. Se il messaggio è che in questo territorio si comanda in questo modo, questi vigliacchi avranno nelle istituzioni e nella mia persona l’avversario più forte. I delinquenti e la mafia a casa”. Pura coincidenza con il post di Russo sui social, attraverso il quale chiamava in causa il comportamento di alcuni allevatori? O c’è un nesso? “Non mi meraviglierei – aggiunge Crisetti – non è la prima volta che nel nostro territorio troviamo manomessa la sentieristica con cancelli che interrompono i sentieri e occupazioni abusive. Questa è mafia. Ne ho parlato con il questore e il prefetto. A breve inizieremo la mappatura dei sentieri”.
Il Wwf: “Condannare non basta, è necessario che tutti facciano la loro parte
“Riguardo l’ennesimo attentato intimidatorio registrato sul Gargano la nostra associazione esprime massima solidarietà al dirigente del Consorzio di Bonifica del Gargano ma anche a tutti i cittadini che ogni giorno si espongono in prima persona in difesa della legalità in Provincia di Foggia. La solidarietà e la condanna di tali gesti però non bastano occorre che tutti facciano la loro parte, sia per sconfiggere l’omertà e il silenzio ma anche nel cercare di reprimere la ‘sfacciataggine’ di chi usa la violenza contro i cittadini indifesi che denunciano”. Lo riporta il Wwf Foggia in una nota.
“Il promontorio è soggetto, da tempo immemore, a quella che potremmo definire ‘connivenza all’illegalità’; molte situazioni appaiono ‘invisibili’ soprattutto alle istituzioni locali, ‘assuefatte’ e così recinzioni abusive, costruzioni abusive e a volte anche manifestazioni abusive, vengono inserite in quel mondo del ‘c’è, esiste‘ e, come diceva Peppino Impastato, ‘tutte le cose anche le peggiori una volta fatte trovano una logica o una giustificazione per il solo fatto di esistere‘, ma non è così. Potremmo elencare tanti casi denunciati dal Wwf in questi anni, occupazione e trasformazione di suolo, distruzione di habitat naturali, pascolo abusivo, bracconaggio o pesca di frodo etc. in cui abbiamo avuto riscontro dall’Unione Europea ma raramente dai sindaci coinvolti.
In questo status di emergenza le forze dell’ordine intervengono prontamente, e non ci stancheremo mai di ringraziarli, ma forse non bastano; ci chiediamo infatti se i vari reparti raggiungono la dovuta dotazione organica di agenti o sono sotto organico, o se sono dotati di tutti i mezzi strumentali e tecnici sufficienti per controllare un territorio cosi vasto ed aspro com’è il Gargano. Pertanto chiediamo agli esponenti politici del territorio una rapida convocazione di un tavolo istituzionale a livello provinciale che valuti l’illegalità diffusa sul Gargano e i reati ambientali, sempre in aumento, e che soprattutto realizzi un piano strategico per ripristinare la legalità ma soprattutto – concludono dal Wwf Foggia – per evitare altri casi come questo subito da un nostro concittadino”.