La tappa foggiana di Elly Schlein, candidata alla segreteria nazionale del Pd, si è inserita in un tour meridionale forsennato, che ha portato la parlamentare emiliana in Calabria, poi ad Avellino, Campobasso e ancora a Potenza.
La politica, classe 1985, ha mostrato stanchezza nella voce, ma è riuscita comunque ad infiammare la sala gremita del Cicolella, con una passione che da tempo non si vedeva tra i dem. Ad applaudirla anche chi come il vicepresidente regionale Raffaele Piemontese o il neo segretario provinciale Pierpaolo D’Arienzo o il segretario cittadino Davide Emanuele non l’ha sostenuta preferendo il competitor, ormai favorito, Stefano Bonaccini.
In prima fila invece dalla sua parte la presidente del consiglio regionale Loredana Capone che crede nel suo femminismo.
Lavoro, lotta al precariato, battaglie per i diritti, clima. Sono queste le parole d’ordine di Schlein, accompagnata sul palco dal consigliere regionale Paolo Campo, Paolo Soccio, l’ex presidente del Tpp Peppino D’Urso, il coordinatore di mozione Mario Cagiano e la sindaca Lucilla Parisi.
In sala tanti volti della sinistra da tempo delusi o in cerca di una casa stabile.
Dal presidente della nuova associazione culturale e politica DiVento Luciano Beneduce, ai prof Beppe Nicoletti e Saverio Russo. E ancora Ciro Mundi, Orazio Montinaro, Grazia Galante, il PD apricenese con Michele Lacci e Tommaso Pasqua, Beppe Di Brisco che conosce Schlein dai tempi della mozione Civati, Rita De Padova, Maria Cirillo.
“Nel nostro territorio cinque comuni sono stati sciolti per magia. Non abbiamo bisogno di commissioni straordinarie o di governi speciali e tecnici. Non abbiamo bisogno di uomini soli al comando o di eroi, per citare Brecht, ma di bella politica che sappia promuovere una partecipazione vera. Di una politica che guarda al futuro, alle donne ai giovani ai tanti che hanno bisogno di voltare pagina”, ha detto D’Urso.
“Mi sono innamorata leggendo la tua mozione che è vicina alle aree deboli e ai giovani che cercano lavoro. Serve una ricucitura dei territori, delle aree interne. Il mio è un paese di un territorio marginalissimo”, ha rimarcato la sindaca di Roseto Valfortore primo comune di Puglia a scegliere di diventare comunità energetica.
Mario Cagiano aveva 13 anni quando Elly Schlein nel 2013 lanciò occupy Pd.
“A 22 non voglio essere cooptato, non voglio una politica come partita a scacchi. Tu Elly ci aiuterai a tornare al governo di questa città amministrata dalla peggiore destra infiltrata con la mafia”.
I sostenitori di Schlein sono fiduciosi in una rimonta alle Primarie aperte del 26 febbraio, perché come ha rilevato Soccio “queste non sono le Primarie del Pd ma è una fase ricostituente di tutto il centrosinistra”.
Quando è toccato alla leader molti alla fine del discorso erano commossi. “C’è tanta gente che fa fatica, è lì che dobbiamo ripartire, con un contrasto serrato ad ogni forma di diseguaglianza. Vogliamo un Pd che combatta contro l’autonomia differenziata. Dobbiamo ricucire il filo di fiducia con chi non vota più, ossia le fasce di reddito più basse. Sarà un lavoro lungo, non basta questo congresso, il partito deve essere uno strumento di emancipazione sociale. Ci devono riconoscere dalle nostre battaglie. Io vorrei un grande investimento sulla salute mentale perché ci stiamo perdendo pezzi della nostra società”, ha detto sottolineando l’importanza della sanità e della scuola pubblica.
“È una destra che è ossessionata dall’immigrazione e non vede l’emigrazione. Vogliamo un lavoro dignitoso, di qualità, non povero e non precario, che metta fine ai contratti pirata per produrre precari. Dobbiamo dire basta, sotto ad un salario minimo non è lavoro ma sfruttamento”.
Netti e rigorosi sulla questione morale, secondo Schlein per cui “c’è un’altra Italia che racconta storie di resistenza” alla criminalità organizzata.
Riders, lavoratori digitali, la parlamentare vuole un Pd che sia “stimolo, pungolo costante sempre con alternative”.
Secondo lei il partito è stato troppo timido sul cambiamento climatico e sui diritti.
“Sul clima siamo mancati in questi anni. Serve più coraggio sui diritti. Mai più finanziamenti alla costa costiera libica. Dobbiamo abolire la legge Bossi Fini e perseguire lo Ius soli. Siamo per tutte le famiglie qui non solo wuella che piace a loro e che quasi nessuno ha tra di loro. Dobbiamo batterci per la legge Zan, non si è mai fatta inclusione sociale. Qui noi diciamo che la società più sicura è quella inclusiva. Per farlo ci serve una classe dirigente nuova e metodo nuovo e di una mobilitazione collettiva. Basta con la filiera verticale e con la conflittualità interna. Questa destra è forte coi deboli e debole con i forti”.
Volti, metodo, visione. Elly Schlein chiede cambiamento e “un’onda di partecipazione che ci metta un pezzo di sé in questa sfida”.
“Non ci possiamo più permettere divisioni interne, voglio dirlo chiaramente: chiunque vinca deve lavorare per il Pd e il centrosinistra”.